Genova. Indagini senza sosta da parte della squadra mobile di Genova, guidata dal primo dirigente Fausto Lamparelli, per trovare il killer di Giovanna Mauro, ammazzata a forbiciate martedì nella sua casa di via Copernico 7 a Borgoratti. Non c’è tempo da perdere, infatti, perché l’assassino potrebbe essersi già allontanato da Genova.
L’ipotesi più probabile sembra quella di un balordo, probabilmente uno dei tanti disperati che ogni giorno affollano le due parrocchie frequentate dall’anziana donna (San Vernazza e San Martino di Albaro), e che probabilmente l’ha tenuta d’occhio per studiarne le abitudini. E martedì, convinto che Nina avesse come ogni mese, ritirato la pensione, l’ha aspettata nascosto nella rampa del sottotetto del palazzo e l’ha aggredita alle spalle mentre entrava in casa.
Non si è trattato di un omicidio premeditato sembrano dire le prime prove raccolte, ma di un raptus: l’assassino probabilmente ha spinto Nina a terra, facendole perdere i sensi, ma lei, mentre lui buttava all’aria tutto alla ricerca dei soldi, si dev’essere ripresa. Forse ha urlato (come sembrerebbe dalla testimonianza di un vicino) forse si è rialzata e ha cercato di fuggire per chiamare aiuto. Per questo l’assassino ha preso un paio di forbici trovate in cucina e l’ha colpita, per ben 10 volte, scappando poi con pochi spiccioli e lasciandola in un lagno di sangue, con le forbici ancora conficcate in gola.
Gli inquirenti, mentre attendono i risultati dell’autopsia (che potrà fornire elementi più certi rispetto all’ora della morte) stanno analizzando le telecamere della zona e i tabulati telefonici. La scientifica inoltre ha rilevato delle impronte, sulle forbici e su alcuni mobili e sta analizzando alcune tracce di dna. Le bocche degli investigatori sono, giustamente, piuttosto cucite, perché l’indagine è difficile.
Ufficialmente non ci sono sospettati al momento, anche se una vicina di casa avrebbe fornito una descrizione dettagliata di un trentenne magrebino, in jeans e maglietta, che sarebbe entrato nel palazzo intorno alle 15.30. Ma secondo gli inquirenti (anche se questo dovrà essere appunto confermato dall’autopsia), Nina è morta molto prima, probabilmente intorno alle 12, appena rientrata in casa dal giro fatto con la sua amica. Infatti la donna, uccisa appena dentro l’uscio di casa, nel corridoio, era vestita come chi è appena rientrato a casa e aveva ancora indosso le scarpe.