Economia

Fincantieri, Fiom: “No alla svendita del gruppo, scelta incomprensibile”

Blocco Fincantieri 29 giugno

Genova. L’annuncio del Presidente del Consiglio in merito all’intenzione di vendere Fincantieri, riapre nuovamente la questione della privatizzazione di un’azienda strategica per l’industria italiana e per l’intera economia nazionale. Un annuncio che non poteva lasciare certamente indifferente la Fiom Cgil.

“Contro la privatizzazione del Gruppo, già tentata nel 2007, si schierò, insieme alla Fiom, un vasto fronte di soggetti istituzionali e non, che convinse il Governo a non procedere in quella direzione – si legge in una nota della Fiom nazionale – Stupisce e lascia allibiti che questa intenzione sia nuovamente annunciata mentre il settore è alle prese con una crisi di lungo periodo all’interno della quale nella stessa Fincantieri si
sta realizzando un piano di riorganizzazione e acquisizioni finalizzato a dare prospettive positive a tutti i siti e cantieri presenti sul territorio nazionale”.

La Fiom ritiene sempre più urgente la definizione e l’avvio di una specifica politica per il settore da parte del Governo, finalizzata al suo consolidamento e sviluppo, che permetta di valorizzare le attività svolte dalle aziende del settore.

“Vanno promossi gli investimenti verso una diversificazione produttiva che produca occupazione in Italia e va incentivato un
percorso di sostituzione del naviglio obsoleto, con particolare riferimento a quello in carico alla Marina Militare che, tra l’altro, è una grande infrastruttura pubblica – spiega il sindacato – A tale fine, il Governo deve elaborare un piano nazionale della mobilità e dei trasporti in grado di rispondere alle esigenze del paese e in grado di coinvolgere direttamente tutti i
settori industriali interessati”.

Per queste ragioni, nei giorni scorsi, insieme a Fim e Uilm, la Fiom ha chiesto al Governo la convocazione del tavolo di settore della cantieristica navale.

“L’iniziativa annunciata dal Governo, al contrario, rivela l’intenzione di volersi disimpegnare da ogni responsabilità rispetto all’orientamento dell’economia nazionale e alla valorizzazione
del patrimonio industriale pubblico. In particolare, nell’attuale situazione economica italiana, quest’operazione avrebbe il carattere di una svendita finalizzata solo a “fare cassa”. Evidentemente questo Governo non vuole tenere conto delle catastrofiche esperienze di privatizzazione effettuate in passato, a partire da quelle di Telecom e Alitalia, e intende contribuire all’ulteriore dissipazione di ciò che resta dell’industria italiana”.

“Come Fiom riteniamo che tale scelta sia profondamente sbagliata e vada ritirata perché rischia di peggiorare la situazione già critica del Gruppo e dell’intero settore della Navalmeccanica, ne compromette stabilità e prospettive e mette a rischio centinaia di posti di lavoro in tutta Italia”, conclude il sindacato.

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