Don Porcile “sdogana” Halloween: “Tutto questo accanimento non lo capisco”

don valentino porcile

Genova. “Io tutto questo accanimento contro Halloween sinceramente non lo capisco”. A lanciare il sasso nello stagno virtuale di Facebook, a pochi giorni dalla festa pagana made in Usa e dalla ricorrenza cristiana di Ognissanti e dei Defunti, non è utente qualsiasi ma Don Valentino Porcile, parroco di Sturla ed ex parroco di Cornigliano, già balzato agli onori delle cronache locali per aver invitato, tramite lettera, l’ex premier Silvio Berlusconi a svolgere il servizio sociale “a vantaggio della comunità del levante genovese”.

“Perché prendersela tanto “contro” Halloween? – scrive sul suo profilo Don Valentino – Se uno la sera del 31 fa festa con le zucche vuote, e la mattina del 1 novembre si riempie il cuore di preghiera per i santi, cosa fa di male?”. Oltre cento likes in mezz’ora e una pioggia di commenti. Una discussione, quella su Halloween, che non lascia indifferenti i fedeli. Se più di uno plaude il “distingue” di Don Porcile, altrettanti contestano.

“Ma è una festa consumistica quindi non vedo perché bisogna festeggiarla e poi è americana non fa parte della nostra cultura”, scrive Maria.

“Non e’ molto educativo secondo me..poi ognuno festeggia cme vuole”, fa eco Chiara. “peccato cada nel periodo santi e morti ed il nostro animo cristiano sia altrove, giustamente!”, rincara Sergionicola.

“…Perché esistono “feste” NON consumistiche? e poi la zucca è prettamente genovese… o sbaglio? (vedi Murta …… )”, ribatte Giacomo con ironia.

E c’è anche chi sottolinea un aspetto più ampio della discussione: “Don… La tua apertura mentale e’ davvero strabiliante! Sono persone come te che rispettano e condividono le culture del mondo che uniscono i popoli! Grande Don”, scrive Claudio. E ancora Simone: “Fossero tutti come te i sacerdoti forse la gente si riavvicinerebbe di più alla chiesa grande don”.

“Secondo il mio parere qualunque manifestazione che rende felici è da approvare anche se non è di nostra usanza quello che è da condannare sono gli eccessi. I bambini non hanno la consapevolezza della non cristianità di questa festa, per loro è solo un momento di felicità quindi sorridiamo e non condanniamo”, ancora più “ecumenico” Lorenzo.

“Le zucche sono buone i ravioli di zucca ancora meglio!”, scherza invece Maria. E tra chi ricorda le origini della festività importata dall’America ma in realtà di tradizione celtica, c’è anche chi come Silvia, invece, preferisce la proposta di Don Roberto: “travestirsi da santo preferito…zucche vuote, zombi etc non mi hanno mai attirata…..”.

“Era un rito per scacciare la fame e la deprivazione che l’inverno avrebbe portato con se. Si pensava che in quel modo l’abbondanza dell’estate e della primavera in qualche modo sarebbe rimasta e non avrebbero vinto la fame e la morte, quindi, era un rito a favore della vita – ricorda poi Nadir – Purtroppo nel consumismo vincono le cose che fanno spettacolo e clamore, e in questo caso i travestimenti da streghe e demoni, però penso che da cristiani c’è richiesto di riuscire a guardare all’essenza delle cose, non alle apparenze”.

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