Carasco. Imprese agricole in serie difficoltà dopo la caduta del ponte di Carasco, con un pesante bilancio economico che si aggiunge alla tragedia delle due vittime provocate dal crollo della struttura sullo Sturla la notte del 21 ottobre scorso.
“Un’infrastruttura la cui importanza è indiscutibile per la viabilità della zona: prova ne è il rischio concreto di isolare, in parte, Val Fontanabuona con le imprese e gli appezzamenti agricoli che insistono su quella porzione di territorio” sottolineano, preoccupati, il presidente e il direttore di Coldiretti Genova Germano Gadina e Domenico Pautasso che hanno scritto una lettera a Giuseppe Piero Fossati, Commissario straordinario della Provincia di Genova.
Una missiva che rimarca la necessità di ridurre i tempi di ricostruzione del ponte, ma che sottolinea al tempo stesso la necessità di predisporre un accurato monitoraggio per salvaguardare il territorio rurale genovese a fronte dei cambiamenti climatici in atto.
“Innanzitutto va ribadito ed espresso il più sincero e profondo cordoglio per la perdita di due vite umane” precisano Gadina e Pautasso. “E va però aggiunto come il crollo del ponte stia provoncando forti disagi sotto l’aspetto della viabilità, con il conseguente aggravamento della situazione economica delle imprese agricole che operano sul territorio, già alle prese con gli effetti di una congiuntura generale che dura ormai da un quinquennio”.
Come Coldiretti Genova – cita la lettera al Commissario- “riteniamo sia necessario intraprendere tutte le inziative atte ad avviare nel più breve tempo possibile la ricostruzione dell’infrastruttura caduta. Crediamo sia necessario un dialogo ed una condivisione rapida ed efficiente tra gli Enti e le Istituzioni preposte alla valutazione, progettazione e realizzazione, al fine di ridurre i tempi di ricostruzione”.
Ma il discorso è persino più generale. “Gli eventi, anche drammatici, degli ultimi anni ci hanno insegnato che il clima sta cambiando” riflettono Gaudina e Pautasso “e che un territorio come quello della nostra provincia, molto dal punto di vista idrogeologico, può pagarne le conseguenze in maniera molto marcata: un ulteriore aggravamento dettato da situazioni come quella accaduta nei giorni scorsi potrebbe mettere definitivamente in ginochio il tessuto produttivo locale e non solo”.
Coldiretti si batte da anni per la tutela e la salvagurdia del territorio, e proprio per il forte spirito civico che nutre nei confronti dell’intera società, ritiene necessario avviare un programma di prevenzione del territorio: “Abbiamo il dovere morale di mettere in campo tutti gli strumenti indispensabili per evitare tragedie umane ed economiche come quest’ultima. Proprio perché assitiamo ad un cambiamento climatico, non possiamo più esimerci e tergiversare dall’assumere tutte le iniziative idonee alla salvagurdia e manutezione del nostro territorio. Coldiretti sin da ora, si mette a disposizione per contribuire alla pianificazione degli interventi essenziali e più urgenti”.