Genova. “Io ero al servizio della protezione civile, mettendo a disposizione le mie competenze in ambito amministrativo. Non era compito mio controllare i pluviometri o altro. Quel giorno ho scritto quattro ordinanze, come era nei miei compiti”.
Lo ha detto Pierpaolo Cha, ex disaster manager del Comune di Genova, nel corso dell’interrogatorio davanti al pm Luca Scorza Azzarà nell’ambito dell’inchiesta sull’alluvione che nel novembre 2011 causò la morte di sei donne, di cui due bambine. Il dirigente è stato sentito per circa due ore, assistito dall’avvocato Giancarlo Bonifai.
Cha ha ricostruito le funzioni che svolgeva il 4 novembre, giorno dell’alluvione, e ha poi detto di avere partecipato alla stesura del verbale che secondo i magistrati sarebbe stato falsificato.
Il dirigente è stato l’unico degli indagati ad avere chiesto di essere interrogato. L’ex disaster manager era stato iscritto nel registro degli indagati in un primo momento per i falsi verbali in cui vennero “taroccati” gli orari dell’esondazione del rio Fereggiano. A giugno vennero aggiunte anche le ipotesi di reato di omicidio colposo e disastro colposo. Oltre a Cha sono indagati l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, l’ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone e i dirigenti del Comune Gianfranco Delponte e Sandro Gambelli.