Stadio Luigi Ferraris. Effetto derby, sugli spalti e in campo. Nella Nord i tifosi respirano ancora aria di supremazia cittadina, sul terreno di gioco mister Fabio Liverani ripropone lo stesso undici capace di stravincere la sfida con i cugini meno di una settima fa. E quindi Perin in porta, Gamberini, Portanova e Manfredini dietro, Vrsaljko, Biondini, Lodi, Matuzalem e Antonini sulla mediana, Calaiò-Gilardino la coppia gol.
Genoa contro Livorno è anche la sfida tra il vecchio e il (più o meno) nuovo rossoblù: i presidenti Enrico Preziosi contro Aldo Spinelli, i direttori sportivi Stefano Capozucca e Daniele Delli Carri. Ex della gara anche il tecnico amaranto Davide Nicola, centrocampista del Grifone negli anni ’90.
Si comincia. Al 3’ il primo giallo della gara, lo rimedia Lodi per un colpo di braccio che non sembra esserci. Ritmi alti, interventi duri (specie quelli amaranto ma l’arbitro lascia correre) e poche emozioni. Gilardino sta bene, fisicamente e mentalmente: si beve un paio di avversari e calcia da posizione impossibile non riuscendo però a inquadrare la porta. Punizione di Lodi dalla trequarti per Gamberini che colpisce male, sembrava fatta. Tanti falli, il signor Giacomelli arbitra all’inglese e in campo si vedono scintille.
Il Livorno sostituisce Biaginati con Duncan. Al 27’ Lodi sbaglia un appoggio facile innescando la ripartenza di Luci che tira senza pensarci su due volte: Perin non trattiene (e lo doveva fare) favorendo il tap-in di Emeghara che sbaglia clamorosamente a due passi dalla porta. È lo stesso attaccante livornese a mettere nuovamente in imbarazzo il portiere genoano incapace di bloccare il suo diagonale. Sbaglia il numero 1, sbaglia tanto anche Lodi che non azzecca un passaggio. Poco illuminata pure la regia di Matuzalem. Due minuti di recupero. Il primo tempo è tutto qui.
Genoa e Livorno tornano in campo con gli stessi effettivi. Più intraprendenti gli ospiti – sfacciato il pallonetto dalla distanza di Duncan – e Liverani corre ai ripari: fuori uno spaesato Lodi, dentro Cofie. Il Grifone si riaffaccia dalle parti di Bardi con Biondini ottimamente servito da Gilardino.
Il Genoa conquista metri ma manca il guizzo. Il Livorno continua a giocare duro, per l’arbitro va bene così. Debole il sinistro di Matuzalem al 65’, Bardi para senza difficoltà. A salve la replica di Luci, Perin blocca. Non bissa la presa al 71’ sul tiro di Schiattarella; la sua respinta maldestra favorisce Emeghara che insacca; buona per le coronarie di Liverani la bandierina alzata dal guardalinee.
Altro cambio per i rossoblù, è Stoian a prendere il posto di Matuzalem. Pazzesca la chiusura di Gamberini su Siligardi lanciato a rete, il Livorno guadagna solo un calcio d’angolo. È proprio l’ultimo entrato a servire un gran pallone a Manfredini su punizione: la capocciata del difensore rossoblù scheggia la parte alta della traversa.
Calcio d’angolo per il Genoa, ancora Stoian: questa volta ci arriva Portanova, torre per Gamberini che liscia da buona posizione. Il Grifone vuole i 3 punti e spinge sull’acceleratore, il nuovo centrocampo fa girare la squadra a mille. Calaiò sfiora il vantaggio: Bardi è battuto ma i suoi difensori lo aiutano respingendo il pallone destinato in fondo al sacco. Lo stesso attaccante reclama invano un rigore, Stoian calcia debole.
Tre minuti di recupera, i padroni di casa adesso meriterebbero il vantaggio. Lo meriterebbe ancor di più dopo il miracolo di Bardi: cross di Stoian, frustata aerea di Calaiò e il portiere del Livorno vola a deviare in angolo. Finisce 0-0 e il Genoa fa mea culpa. Avesse giocato tutta la partita come fatto negli ultimi venti minuti il risultato sarebbe stato ben diverso.