Cronaca

Genova, amianto nelle scuole: la giunta approva i progetti di bonifica

valeria garotta

Genova. La Giunta comunale ha approvato i progetti relativi agli edifici scolastici, per gli interventi di bonifica e di sostituzione dei materiali contenenti amianto. Si tratta di materiali già confinati in locali tecnici o su coperture, inaccessibili agli studenti e al personale delle scuole.

La spesa complessiva è di 660 mila euro, suddivisa in tre ambiti territoriali, a ciascuno dei quali corrisponde ogni progetto che sarà presentato alla Regione per essere ammesso al finanziamento che, in base alle indicazioni regionali, prevede un contributo massimo di 200 mila euro per ogni intervento e un limite di tre interventi per il Comune di Genova. E’ anche disponibile, da parte dell’ente, un co-finanziamento di almeno il 10% dell’importo complessivo dell’opera.

“La rimozione dell’amianto nelle scuole, così come prescritto dalla legge – ha detto l’assessore all’Ambiente Valeria Garotta – è già stata fatta in tutti gli spazi comuni frequentati da bambini, ragazzi e personale scolastico. La delibera approvata oggi si riferisce a manufatti confinati in locali tecnici o su coperture, inaccessibili a studenti e personale. Lo stanziamento statale ammonta a un totale di 150 milioni di euro per il 2014 e, di questi, 4 milioni sono stati destinati alla nostra Regione, ma – prosegue l’assessore – Genova può concorrere soltanto per una somma di 600 mila euro con la quale riusciremmo a rimuovere solo una parte delle cisterne in amianto ancora presenti nelle scuole.”

Secondo una stima presentata dai tecnici del Patrimonio del Comune, per rimuovere definitivamente l’amianto, sono necessari almeno 4 milioni di euro. “Con la cifra che ci mette a disposizione la Regione – ha continuato Garotta – riusciamo a fare solo una parte dei lavori. In pratica interverremo su meno di 90 edifici, sostituendo i serbatoi in amianto con altri in polietilene. Non si riuscirà, dunque, a rimuovere tutto il materiale pericoloso, ma nessun allarmismo perché si tratta di materiale che si trova in luoghi non accessibili agli studenti”.

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