Cronaca

Calci e pugni fino a perdere i sensi, in manette i rapinatori della gioielleria Donato: i dettagli dell’operazione

Sampierdarena. Sono stati arrestati i quattro responsabili della violenta rapina nella gioielleria Donato di Sampierdarena, avvenuta lo scorso 4 settembre. E’ bastato meno di un mese alla Squadra Mobile di Genova per scovare e sgominare la banda, composta da 4 cileni violenti.

Uno dei quattro, nella mattinata della rapina, si era recato in gioielleria fingendosi un cliente e chiedendo che gli venissero mostrati alcuni preziosi da donare alla moglie, uscendo poi senza acquistare nulla. Dopo poco, però, mentre nel negozio si trovava solo la moglie del titolare, altri due uomini sono entrati e con estrema violenza hanno gettato a terra la donna, legandole i polsi con il nastro adesivo.

Durante questi frangenti è rientrato in negozio anche il marito, assentatosi per una commissione in banca. Immediatamente buttato in terra, è stato colpito da numerosi calci alla testa, fino a perdere i sensi. A seguito della violenta aggressione la donna aveva riportato lesioni giudicate guaribili in 25 giorni e subito la frattura di due costole, mentre il titolare era stato ricoverato in prognosi riservata.

Dai primi accertamenti svolti sul posto dalla Polizia di Stato era stato possibile capire che i malviventi avevano prelevato preziosi dalla cassaforte per un valore approssimativo di 100 mila euro e avevano lasciato la gioielleria dandosi alla fuga a bordo di un’Audi A4 station wagon grigia.

Proprio questa macchina, successivamente, è stata ritrovata abbandonata in Via Ullanowski a Sampierdarena ed è risultata rubata. Grazie anche ad alcune testimonianze raccolte e alla scrupolosa ricerca di immagini utili in zona, è stato possibile capire che i rapinatori erano almeno tre e che prima di consumare la violenta rapina si erano intrattenuti nei pressi di una rivendita di tabacchi e un supermercato.

Le investigazioni seguenti, che si sono avvalse anche di complesse attività tecniche e scientifiche, grazie anche al supporto del personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, hanno consentito di focalizzare l’attenzione su alcuni uomini, filmati nel supermercato e nel tabacchino, e su alcune utenze cellulari, intestate a prestanome che, dai successivi sviluppi, sono risultate gravitare nella provincia di Milano.

E’ proprio qui, infatti, che si è focalizzata l’attenzione della polizia, in particolare su un gruppo di giovani cileni, con piccoli precedenti di polizia o incensurati che, nonostante non svolgessero alcun lavoro, avevano un tenore di vita particolarmente elevato. Solo nell’ultima settimana avevano acquistato due auto e trascorso una lunga vacanza a Parigi. I dubbi, poi, si sono diradati con il confronto delle immagini di alcuni di essi con quelle ricavate dal supermercato e dal tabacchino.

In particolare sono stati identificati il 25enne Cesar Silva Nunez e il 31enne Richard Antonio Bahamondes Vejar. Gli approfondimenti sul gruppo hanno poi consentito di identificare tutta la banda, composta anche da una donna, la 44enne Margarita Ingrid Ulloa, compagna di Bahamondes. Proprio lei, il 30 agosto, fingendosi una cliente, aveva visionato alcuni oggetti in oro nella gioielleria Donato con l’intento di effettuare un sopralluogo prima della rapina.

L’estrema pericolosità del gruppo criminale, oltre alla particolare violenza con cui hanno aggrediti i coniugi Donato, si è constatata anche nel corso delle indagini. Infatti, il 25 settembre scorso sono stati acquisiti concreti indizi circa la possibilità che la banda stesse per consumare una rapina nella provincia di Milano.

I pedinamenti svolti dal personale delle Squadra Mobili di Genova e Milano oltre che appurare la veridicità dei piani della banda, hanno consentito di bloccare Bahamondes e il 20enne Paulo Pena Felipe Echeverria, a Pero (MI), nelle vicinanze di una gioielleria. Cesar Antonio Silva Nunez è invece stato bloccato sulla metropolitana di Milano alla stazione di Loreto mentre tentava di scappare e la donna a Monza.

Nelle successive perquisizioni domiciliari, infine, è stata recuperata parte della refurtiva e fondamentali sono state anche le impronte digitali trovate sul nastro adesivo con cui era stata legata la moglie del titolare della gioielleria. Tutti gli arrestati dovranno rispondere del reato di rapina aggravata e lesioni e intanto proseguono le indagini volte ad accertare l’eventuale appartenenza alla banda di altri elementi e il loro coinvolgimento in analoghi episodi delittuosi.

“C’era la necessità di fare presto, di arrestare subito i colpevoli, visto che si tratta di una batteria di rapinatori pericolosi e violenti e professionisti di questo genere di reato – spiega Fausto Lamparelli, dirigente Squadra Mobile di Genova – Pensiamo che l’episodio di Sampierdarena possa essere l’unico, ma ora approfondiremo per capire se ne siano stati messi a segno altri”.

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