Chiavari. A Chiavari si trasloca e si spera. Intanto i sindacati lanciano l’allarme. E’ in sintesi questa la situazione negli uffici giudiziari che, secondo la riforma Severino, dovranno essere accorpati. La struttura del Tigullio, è ormai noto, si trasferirà a Genova, ma c’è chi ancora lotta per evitare tutto ciò.
Uno spiraglio di luce è emerso nelle ultime ore: ieri, infatti, il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, incontrando 28 parlamentari che avevano richiesto modifiche alla riforma della giustizia, ha detto loro: “Se al più presto mi presenterete una lista di 8 tribunali da salvare, con l’accordo delle commissioni giustizia di Camera e Senato, al primo consiglio dei ministri porterò il decreto correttivo per mantenerli in vita”.
Mentre si attende di sapere se Chiavari riuscirà a salvarsi, i sindacati lanciano l’allarme. “Nonostante avessimo evidenziato per tempo le criticità del riordino degli uffici giudiziari – dicono oggi Cgil, Cisl e Uil – il precedente e l’attuale Governo si sono mostrati sordi al più comune buonsenso. Da domani si rischia il caos negli uffici giudiziari, un caos annunciato ed evitabile”. .
“È evidente che non potremo arrenderci all’arretramento dello Stato e del sistema giustizia dal territorio e che la nostra mobilitazione sarà sempre più forte – prosegue la nota unitaria dei tre sindacati – incrociandola con le tante mobilitazioni in atto in queste ore nate sul territorio a difesa dei presidi di legalità”.
“Dall’incertezza sulle sorti del personale, passando per il mancato rispetto delle norme e per il caos logistico e organizzativo venutosi a creare, è oggi evidente che il nostro non era un allarme immotivato e dovuto a logiche corporative. I responsabili e le responsabilità di questo sicuro fallimento sono noti: l’incapacità dei vertici amministrativi nell’attuare la riforma, la sordità della ex-Ministra Severino e dell’attuale responsabile della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, l’indifferenza e l’incapacità di ascolto – prosegue la nota – sono la causa principale di un grave colpo allo stato di diritto”.
“Per questo – concludono – se davvero il Ministro, come ha annunciato, vuole monitorare disagi e disservizi, ci convochi subito. E metta mano a una riforma che così com’è non farà che provocare danni non solo ai lavoratori, ma soprattutto a cittadini e imprese”.