Genova. A 12 anni dai fatti e a tre mesi dalla sentenza di Corte di Cassazione che ha sancito in via definitiva che nella caserma di Bolzaneto – dove furono portati i manifestanti arrestati e percossi durante il G8 2001 a Genova – per le violenze e le illegalità commesse dalle forze dell’ordine c’è stato un “clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto”, lo Stato ha deciso di pagare. Ma non tutte le 150 parti civili del processo bensì solo 31 di loro, quelle che in questi mesi hanno presentato ricorso alla Corte europea di Strasburgo per i diritti umani.
“Sono cinque anni che i ministeri competenti devovo pagare le provvisionali alle vittime – spiega l’avvocato Emanuele Tambuscio, uno dei legali di parte civile – da quanto la Corte di appello di Genova ha sancito che le violenze ci sono state e sono state gravissime, sentenza confermata dalla Cassazione a giungo, anche se i reati nel frattempo si sono tutti prescritti”.
Lo Stato deve alle vittime, come sancito dai giudici, complessivamente circa 4 milioni e 500 mila euro, comprese le spese legali, mentre la proposta (fatta attraverso una notifica formale ai legali interessati) è di pagare, almeno per ora, poco più di 900 mila euro.
“I ministeri dell’Interno e della Giustizia – spiega il legale – sono stati inerti per 5 anni e ora si muovono solo perché sono preoccupati dai nostri ricorsi a Strasburgo”.
La Corte europea di Strasburgo, infatti, recependo i ricorsi dei manifestanti, ha chiesto chiarimenti al Governo italiano proprio relativamente al pagamento delle “provvisionali” (parziale risarcimento determinato dal giudice penale) alle parti offese.
“Quello che chiediamo come avvocati di parte civile è che lo Stato paghi tutte le vittime, anche perché i termini per ricorrere a Strasburgo non sono ancora scaduti e molte altre parti civili stanno presentando ricorso”.