Cronaca

“Quando piove le pietre rotolano giù”. Via Ventotene, la denuncia di Gigliola e della sua Kelly: “Siamo abbandonati”

Camogli: premio fedeltà del cane

San Rocco di Camogli. Sono ormai trascorsi più di quattro mesi. Quattro mesi da quella notte tra l’1 ed il 2 aprile 2013 in cui via Ventotene entrò nelle cronache genovesi. Da allora quella strada, alle spalle della Stazione Principe, zona Lagaccio è teatro di un’incredibile impasse burocratica.

In via Ventotene, sempre lì, rimangono gli abitanti che, dalla notte di Pasquetta, aprono le finestre e spiano, con il cuore in gola, la frana che ancora taglia a metà la carreggiata.

Quella notte, in via Ventotene, per strada, c’era la signora Gigliola Acciaio con Kelly, la sua cognolina fantasia di 14 anni, che ha salvato la vita alla sua padrona e ad altri passanti. Se la frana del Lagaccio non ha morti da piangere non lo deve al caso: lo deve a Kelly.

La cagnolina è stata premiata oggi San Rocco di Camogli, in occasione del “Premio fedeltà del cane”. “Quella sera siamo usciti, come tutte le sere. Abitiamo in via Ventotene – ha spiegato la signora Gigliola – ed era la sera di Pasquetta, il 1 aprile. Ad un certo punto Kelly non ha voluto continuare, si è fermata. Non capivo cosa avesse, poi, all’improvviso, si è aperta una voragine davanti a noi. Kelly mi ha salvato la vita”.

Il ricordo è indelebile, i fatti raccontati vividi come se fossero accaduti ieri. Anche perché, in via Ventotene, il tempo sembra essersi fermato: c’è stato il tempo dell’emergenza, quello dei controlli, quello della messa in sicurezza. In quale tempo ci troviamo ora lo spiega la signora Gigliola.

“La situazione è invariata. Ci sono due palazzi ancora isolati e io ha la frana sotto la finestra. Dicono che è sicuro, ma quando piove sento le pietre che rotolano. Abbiamo recentemente scritto agli assessori competenti, per ora non sappiamo nulla. Il sindaco Doria non si è fatto vedere, mi dispiace perché l’ho anche votato. Non so di chi sia la colpa, ma noi abitanti di via Ventotene ci sentiamo abbandonati”.

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