Genova. Non sarà certo il problema principale per i tanti genovesi che non riescono ad arrivare a fine mese, ma si tratta comunque di un’emergenza: con la crisi avere un amico a quattro zampe può diventare un lusso non più sostenibile, con conseguenze a volte drammatiche per gli animali. Gli abbandoni che già d’estate tristemente crescono in maniera esponenziale, quest’anno secondo le associazioni animaliste hanno subito una vera e propria impennata perché la scelta tra dare da mangiare a un figlio o al proprio cane è drammaticamente scontata.
“Anche noi, che di solito facciamo un altro tipo di attività – spiega Daniela Filippi della Lav – stiamo ricevendo moltissime telefonate e richieste di aiuto e ci siamo ritrovati a gestire una vera e propria emergenza”. C’è la storia di chi “ha perso il lavoro e si è trovato a dormire in macchina insieme al proprio cane e non ha più soldi per dar da mangiare a entrambi”, o quella di “una famiglia con il papà che si ritrova in cassa integrazione e i soldi per il veterinario del proprio cagnolino non li ha più”.
Le telefonate arrivano alle associazioni animaliste e ai volontari del canile e del gattile. Ci sono gli anziani soli, che magari finiscono in ospedale o vanno a vivere a casa di parenti che per vari motivi non vogliono o non possono tenere gli animali che sono stati la compagnia di una vita, e ci sono gli stranieri che tornano nel loro Paese d’origine e sono costretti a lasciare qui il proprio cagnolino.
“Qui non abbiamo rilevato un incremento di abbandoni – spiega Clara Bongiorno dell’associazione Una che gestisce il canile di Montecontessa – ma c’è senza dubbio una situazione di crisi profonda delle persone che magari dopo aver tenuto un cane per 14 anni magari non sanno più come fare e chiedono assistenza”. Per il cibo, per il veterinario appunto “oppure solo per portare fuori il cane, perché da soli non sono più in grado”. E la rete dei volontari si attiva come può. “Anche noi della Lav abbiamo fatto un paio di raccolte mirate di cibo per aiutare chi non è in grado di comprare scatolette e crocche e stiamo seguendo alcune famiglie in difficoltà: l’obiettivo è evitare che arrivino ad abbandonare gli animali. “.
“Il problema è che il taglio alla sanità investe anche il problema degli animali – dice Clara Buongiorno – e la Regione Liguria ha previsto un bilancio praticamente nullo sulla questione. Le associazioni e i volontari sono completamente lasciati soli a gestire un problema che potrebbe diventare a breve un’emergenza”.
Servono risorse e soprattutto prevenzione, soprattutto quando si tratta di cani che possono diventare un problema: “Non c’è alcuna prevenzione in materia di randagismo” dice Bongiorno.
Il canile di Genova ospita circa 170 cani, molti sono molossoidi, una sessantina pitbull. Di loro si occupano una quarantina di volontari, gente seria che anche d’estate si organizza in turni per garantire cure e passeggiate per gli animali. Molti di questi animali sono anziani e “sono quelli che più difficilmente riescono a trovare una nuova casa”.
Poi ci sono i gatti: “Al momento ne abbiamo una trentina, e ne continuano ad arrivare”. Insomma i volontari ci sono “e fanno un ottimo lavoro”, quello che manca, come sempre, è il supporto delle istituzioni e della politica.