Genova In questi giorni drammatici per l’Egitto, anche Genova che conta molti immigrati dalla parte settentrionale dell’Africa, è coinvolta quasi direttamente dagli accadimenti dall’altra sponda del Mediterraneo. Basta entrare in uno dei tanti esercizi commerciali che vendono kebab gestiti da egiziani per trovarsi davanti a esercenti che guardano la televisione attenti, stupiti, afflitti.
Genova24 ne ha intervistati due, uno che lavora a Voltri, l’altro in zona Di Negro. Il primo è dalla parte dei fratelli musulmani e in un italiano stentato ci dice: “I fratelli musulmani sono sempre stati all’opposizione, Mubarak li ha tenuti sempre lontani dal potere, ora hanno la loro chance, sono stati eletti dal popolo, hanno bisogno di tempo”. Ci fa notare poi, che: “Avendoli sempre tenuti lontani dal potere non hanno neppure l’esperienza per governare e per gestirlo. Però sono stati eletti”.
L’altro esercente intervistato, invece, è un cristiano copto che confessa: “Per un po’ non manderò i miei figli in Egitto”. Ha paura per quello che sta succedendo, ha paura perchè Mubarak sembrava tutelare le minoranze, ora questa che si è trasformata in una vera e propria guerra civile, rischia di mettere contro ancora di più le diverse religioni, e le minoranze temono di essere perseguitate.
Come accadde per la Primavera araba, domani a Genova ci sarà una manifestazione in piazza De Ferrari. Un presidio per l’Egitto promosso dalla dall’Api, (Associazione dei Palestinesi in Italia), in collaborazione con il Comitato per la Democrazia Liberta’ e Giustizia per l’Egitto. L’appuntamento e’ per domani, alle 17.30, nella centralissima piazza De Ferrari. Un presidio per i Fratelli musulmani. Ma anche tra gli immigrati presenti a Genova c’è chi è dalla parte di El Baradei, e chi non sembra aver dimenticato Mubarak.