Chiavari. Causa pilota, ma soprattutto battaglia di principio ben oltre l’interesse economico. Con la sentenza del giudice di pace di Chiavari, secondo cui Idrotigullio deve restituire il 22% della bolletta a Elisabetta (ovvero la quota di profitto che attualmente ancora si paga nonostante l’esito del referendum 2011), il Comitato Acqua Bene Comune ha vinto la (prima) battaglia per togliere il profitto dall’acqua. La guerra ancora no. Oltre al possibile ricorso di Idrotigullio, c’è da superare la “resistenza” dei sindaci.
“La sentenza è stata chiarissima – spiega Rino Tortorelli, avvocato difensore di Elisabetta Del Signore nella causa contro Idrotigullio – le amministrazioni comunali hanno subito aumentato le tariffe ma non hanno provveduto alla restituzione dei soldi agli utenti come da esito referendario e nonostante l’altrettanto chiaro pronunciamento del Consiglio di Stato. A questo punto, però, dopo la sentenza del tribunale di Chiavari vale la pena aprire una class action”.
Il ragionamento su cui si muove anche il Forum dei Movimenti per l’Acqua, tra cui il comitato genovese, è che sia quantomeno “assurdo da parte dei sindaci introdurre nuove tariffe – sottolinea Alessio D’Alessandro, Comitato Acqua Bene Comune Genova – ma è ormai chiaro che è interesse di tutti maturare il profitto e non applicare il referendum. E’ necessario dare un taglio definitivo a questo meccanismo”.
“Gocce d’acqua che formano un fiume impetuoso”, così hanno annunciato le prossime mosse i membri del comitato genovese a sentenza pronunciata mercoledì scorso. “Per noi è una grande vittoria con una grande valenza politica – continua D’Alessandro – è dal 2011 che stiamo tampinando i sindaci ma da loro non è mai arrivata risposta, se non le scuse più assurde”.
Nel frattempo però è entrato in vigore il nuovo regime tariffario, secondo quanto deciso dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e denominato per l’occasione “taruffa”, (tariffa – truffa), dagli stessi comitati subito in azione con flash mob e sensibilizzazione alla cittadinanza. “Abbiamo più volte chiamato in causa il sindaco di Genova, Marco Doria, ma ha sempre dato un’unica risposta: Iren non si può ripubblicizzare per mancanza di soldi. Noi però non abbiamo mai chiesto questo – conclude D’Alessandro – vogliamo solo che sia eliminato il profitto dall’acqua”.
La sentenza oltre a ribadire il valore legislativo dell’istituto referendario riconosce anche all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all’esito del refendum. “La mia è una battaglia di principio – racconta oggi Elisabetta – e non economica, ma sono contenta che la legge che consegue al voto referendario sia ritenuta in grado superiore a tutto”.
Tamara Turatti – Jenny Sanguineti