Sestri Ponente. “#Sestri assemblea lavoratori #Piaggio. Difendere prospettive e i 2 stabilimenti. Avionica settore strategico: che il Governo batta un colpo”. E’ l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione, Renzo Guccinelli, a dare il via con un Tweet alla nuova assemblea convocata oggi nello stabilimento di Sestri Ponente a tre giorni dall’incontro tenuto in Municipio a Finale lo scorso venerdì.
“La situazione è drammatica – spiega Vito Isgrò, Rsu Piaggio – non si muove una foglia, cercheremo di fare il punto della situazione ai parlamentari presenti, coinvolgendo il più possibile le istituzioni in modo da ottenere dalla proprietà chiarimenti sul futuro al più presto”. L’impressione, nello stabilimento di Sestri, è che si stia perdendo tempo prezioso, non più recuperabile e che l’azienda sia “allo sfascio”. “Un peccato – aggiunge Isgrò – abbiamo il lavoro, abbiamo le potenzialità per stare sul mercato ma non c’è una classe dirigente adeguata, né una proprietà attenta, lo specchio del male italiano”.
Ma al di là dei nuovi prodotti che vengono presentati al mercato (l’ultimo è il P.1HH HammerHead Unmanned Aerial Systems con sistema aereo senza pilota), il decremento della produzione è un dato di fatto e la paura per i tagli d’organico è alta. “Non ci sono i soldi per comprare i materiali – continua il delegato della Rsu – ma pensare di decurtarsi lo stipendio non sfiora i dirigenti”. Senza contare il trasferimento a Villanova d’Albenga, fermo al palo. “Secondo programma doveva essere già in corso, invece slitterà di un anno con conseguenze importanti sulla produzione. Si perde sempre più tempo”. Inoltre i lavoratori temono “che la produzione sia spostata tutta a Villanova” e che per Sestri “non ci sia più futuro”.
Al quadro a tinte fosche, si aggiunge la joint venture con la Cina. “Ci ripetono di stare tranquilli – spiega ancora Isgrò- ma un conto è produrre una ventina di P180 ogni anno, un altro è vedere che a Sestri se ne fanno ormai non più di 5”. A rischiare nel sito genovese sono centinaia di lavoratori. “Trecento sono già in cassa integrazione, di cui 70 a zero ore”. Lo spettro degli esuberi, tra joint venture e trasferimento, riguarderebbe oltre 200 persone.