Politica

Palazzo Tursi, manca il numero legale e il consiglio salta. M5S: “Democrazia-maggioranza è quasi 1-1”

Genova. “La seduta è chiusa ci rivediamo domani mattina”. Lapidario il presidente del consiglio comunale, Giorgio Guerello ha dato la comunicazione all’Aula Rossa semi vuota. Diciassette consiglieri su 40, non abbastanza per il numero minimo legale (21).

Il secondo tentativo dell’opposizione di far mancare il numero legale al consiglio comunale che sta discutendo dell’approvazione del bilancio 2013 del Comune di Genova è andato in porto.

“Democrazia e maggioranza, è quasi uno a uno”, ha detto il capogruppo del M5S, Paolo Putti dopo il “tutti a casa”. “Non è ancora un pareggio ma ci stiamo lavorando. Sono state presentate una serie di delibere pesantissime e in brevissimo tempo per farle passare velocemente – ha commentato Putti – Oggi abbiamo segnato il quasi pareggio, dando tempo prezioso alla città per rendersi conto, a noi per lavorare e alla pratica di allontanarsi”, ha concluso Putti con un riferimento particolare alla delibera sulle partecipate.

Il primo tentativo era fallito intorno a mezzogiorno. Anche in quel caso Pdl, Lista Musso e M5S avevano abbandonato l’aula. Per un solo consigliere presente e grazie all’arrivo del sindaco Marco Doria, la seduta non saltò. Questa volta mancavano all’appello 4 consiglieri per la maggioranza minima indispensabile del 50% più uno. Ma la capogruppo Pdl, Lilli Lauro non vuole sentire parlare di ostruzionismo. “Chi ha vinto le elezioni, quindi la maggioranza, deve restare in aula con il suo sindaco – ha detto Lauro – è da stamani che l’opposizione tiene l’aula consigliare. Non sono in Aula? Ce ne andiamo tutti a casa. E da domani continueremo a chiedere il numero legale, non basta essere votati per rappresentare i cittadini”. Le votazioni sulle delibere invece “sono altra cosa. Come Pdl abbiamo deciso di non fare centinaia di emendamenti, saranno mirati e così facendo se la giunta vorrà potrà cambiare il destino di un bilancio familiare”.

Umori diversi tra i banchi della maggioranza. “Aldilà del metodo e del merito – ha spiegato il capogruppo Lista Doria, Enrico Pignone – è evidente che dobbiamo chiarire meglio quali siano le intenzioni, anche attraverso questa delibera. Nei prossimi giorni cercheremo di capire come procedere – ha poi concluso – oltre al documento sulle partecipate c’è il bilancio, la grande priorità. Se non viene approvato, penso ad esempio ad Amt, ci saranno conseguenze molto gravi”.

La sinistra radicale invece non ha lasciato l’aula. “Perché il bilancio va approvato – ha sottolineato il capogruppo FdS, Antonio Bruno – Diverso invece il discorso sulle partecipate su cui ribadiamo ancora una volta la nostra ferma contrarietà”.

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