Economia

L’impresa arriva dove non arriva la politica: nell’artigianato Genova è già una smart city

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Genova. Durante la Giunta guidata da Marta Vicenzi si è parlo spesso di Genova come smart city. Un’idea di futuro, l’intenzione di adattare la città alle esigenze dei suoi cittadini attraverso la tecnologia, tendenzialmente ecosostenibile. Come sovente accade, dove non arriva la pubblica amministrazione arrivano i privati: dove mnon arriva il comune, arrivano le imprese.
Se Genova è lontano dall’essere una smart city, le sue imprese, chi prova a produrre nel territorio invece lo è.

In Liguria, sono poco meno di 20 mila le imprese artigiane smart, per l’esattezza 19.046 con 39.565 addetti. L’Ufficio studi Confartigianato ha preso in esame dati Unioncamere-Infocamere e Istat e individuato, per settore di attività, gli ambiti smart, cioè intelligenti che spaziano dal sistema casa, a quello della mobilità, all’ambiente, ai servizi alla persona, all’Ict e all’alimentare. È emerso che Genova si piazza al quarto posto in Italia tra le città con il maggior numero di imprese “intelligenti” nell’artigianato: ben 13.545 con oltre 28mila addetti. Seguono La Spezia con 2.113 imprese (5.046 addetti), Imperia con 1.755 (3.044 addetti) e Savona con 1.643 (3.444 addetti).

«I settori dove si concentra la maggiore presenza di imprese “smart” sono le costruzioni, l’impiantistica, quindi tutta la filiera della green economy – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – ma non solo: anche nel settore alimentare l’artigianato e le micro e le piccole imprese hanno fatto passi da gigante sul piano dell’innovazione tecnologica. Le aziende artigiane, anche quelle dei settori più tradizionali, sono sempre più propense a innovare perché hanno capito che è la strada giusta per mantenere una solida posizione sul mercato e seguire le evoluzioni dell’economia per vincere la difficile sfida dell’internazionalizzazione».

Il capoluogo ligure, che ha visto un incremento di circa il 20% di nuove aziende artigiane nei settori “intelligenti” tra il 2010 e il 2012, si piazza subito dopo Roma, Milano e Torino per numero di imprese e di addetti impiegati.

A livello nazionale, il numero maggiore di imprese artigiane per offerta di beni e servizi per le città “intelligenti” del futuro si riscontra in provincia di Roma con oltre 41.600 imprese, seguita dalla provincia di Milano (oltre 25mila), Torino (oltre 22.600). Dietro Genova, Napoli (circa 9.500) e Firenze (circa 8.500).

Per quanto riguarda l’incidenza di questa tipologia di imprese sul totale del settore artigiano del territorio di attività, il valore medio nazionale è del 23,3%. Tra le province sopra la media nazionale si collocano anche Genova (56,9%) e La Spezia (35,6%). «Questi dati confermano la propensione dell’artigianato a cercare soluzioni tecnologiche innovative – spiega Grasso – troppo spesso si pensa ancora, erroneamente, che l’artigiano sia restio alla modernità, uno stereotipo che non trova corrispondenza, percentuali alla mano, con la realtà dei fatti. I progetti europei sulle smart cities, avviati in alcune città italiane tra cui Genova, sono ancora in fase di decollo, ma per ora, ci risulta, non abbiano adeguatamente coinvolto le micro e piccole imprese dei territori interessati. Pertanto, auspichiamo una più ampia sensibilizzazione delle aziende di piccole e medie dimensioni a fare rete affinché tutte le realtà imprenditoriali radicate sul territorio possano esprimere il proprio potenziale e possano dare apporto ai programmi smart nell’interesse comune della diffusione di un’idea d’impresa “intelligente”, che costituisce il futuro dell’economia e dell’occupazione a tutti i livelli».

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