Cronaca

Genova dice no agli F35, un pezzo in cambio di lavoro, sanità, cultura: “Una ruota metterebbe a posto i precari”

Genova. Il Gaslini, l’Ist, l’Università. Così come l’Archivolto a rischio chiusura, la Consulta per l’Handicap decurtata, il centro antiviolenza senza fondi, il Carlo Felice verso il fallimento, la comunità di San Benedetto, i vigili del fuoco, Emergency. Sono i luoghi simbolo della giornata itinerante che il movimento genovese “NO F35” ha organizzato sotto Lanterna, oggi, a partire dalle 13.30. Ogni tappa, lo scambio simbolico di un’ala, una ruota, il casco di un pilota. Un pezzo di F35 in cambio di un pezzo migliore di sanità, lavoro, cultura.

“Sì è una manifestazione per dire no agli F35 ma anche per sbugiardare coloro che mettono davanti il lavoro – spiega Norma Bertullacelli, comitato genovese F-35, nella prima tappa al Gaslini – In questo paese non ci si preoccupa davvero di lavoro, si licenzia a raffica, si cancella l’articolo 18. Sembra che gli unici posti di lavoro da difendere siano questi”. Davanti all’ospedale pediatrico il cartello snocciola le cifre: quanti posti si creerebbero con la stessa spesa, investiti però in sanità, istruzione, cultura. “Si gioca molto sull’equivoco profitto -lavoro – sottolinea Bertullacelli – ma non è vero che gli F35 danno più lavoro di altro. Danno profitto, questo sì. Ma a chi entra ora al Gaslini, purtroppo, interessa ben poco. Con un’ala, invece, si risanerebbero situazioni di precarietà, occupazione, e si potrebbe promuovere arte, cultura, salute”. Il prestigio internazionale dell’Italia? “Chi usa questa scusa dovrebbe venire a vedere in che condizioni sono i nostri ospedali e le nostre scuole”, conclude Berullacelli.

Così un pezzo di F35 viene consegnato simbolicamente nelle mani di un lavoratore precario del Gaslini. “Potessimo disporre di questi soldi li dedicheremmo sicuramente all’assunzione dei precari – commenta Luca Nanfria, delegato Usb Gaslini – alcuni sono in questa condizione da 20 anni, perché, ci dicono, mancano i soldi”. Ed è un po’ la situazione generale della sanità, caratterizzata da tagli agli organici e ai servizi. “Per forza, alla fine, tutto si ripercuote sui servizi. E tante situazioni non emergono ancora”.

Alle 14.30 la consegna di “un pezzo di f 35” si sposta all’ospedale San Martino, all’IST ed alle facoltà scientifiche dell’università. Un’ora dopo l’appuntamento è di fronte all’Archivolto, piazza Gustavo Modena. Alle 16.30: un pezzo ciascuno a realtà di volontariato e di solidarietà che operano in centro storico, dal Centro antiviolenza di salita Mascherona, all’ambulatorio internazionale Città aperta, alla comunità di San Benedetto, per citarne alcune. Alle 17 consegna ad Emergency, ed un pezzo alla consulta per l’handicap. Infine un pezzo al teatro Carlo Felice ed uno ai vigili del fuoco. Appuntamento alle 17.30 di fronte al teatro Carlo Felice.

Su Facebook il sindaco Marco Doria ha scritto che”mettere in discussione la spesa militare e quindi l’acquisto degli F35 (e qui voglio rivendicare la piena sovranità del Parlamento a discutere di questo) mi sembra semplicemente doveroso e di buon senso, in un momento in cui i Comuni sono messi in ginocchio, e ne ho avuto una ennesima conferma discutendo venerdì a Roma all’Anci con i sindaci di tante città italiane, grandi e piccole”.

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