Genova. La notte del 21 Luglio 2001 alla Diaz ci furono l’irruzione e i pestaggi da parte delle forze dell’ordine, “la più grande sospensione della democrazia in Occidente dopo la Seconda Guerra mondiale”, come l’ha definita Amnesty International. Oggi dodici anni dopo sono tornati i giornalisti Mark Covell e Lorenzo Guadagnucci, che avevano scelto la scuola del quartiere di Albaro come base durante le giornate del G8 di Genova; c’era Arnaldo Cestaro, il più anziano all’interno della Diaz, che ha portato le fotografie di quei giorni, ingessato e su una sedia a rotelle; e c’era Enrica Bartesaghi, madre di una delle ragazze ferite durante l’irruzione.
Ad accompagnare i tre anche molti dei medici e dei rappresentanti del Social Forum che quella notte hanno assistito alla drammatica uscita dei feriti. A consentire la visita nella scuola è stato il preside, Aldo De Matinis che dal prossimo anno vorrebbe aprirla anche ai genovesi.
Superato il portone l’emozione ha preso il sopravvento. Guadagnucci ha mostrato l’angolo dove dormiva, raccontando i momenti peggiori: ”Tra il pestaggio e l’uscita – ha ricordato – era la dimensione del terrore e del panico. Con agenti che ti controllavano e ti dicevano, ‘Nessuno sa che siamo qui, possiamo fare quello che vogliamo’. Non potevo chiamare nessuno a soccorrermi. Forse e’ stato quello il momento in cui si sono formati tutti i traumi psichici che sono rimasti in noi.
L’esperienza di avere la paura di morire non è comune”.