Genova. I sindacati e quelli che l’amministratore delegato di Finmeccanica Alessandro Pansa definisce “portatori di interessi legittimi” avevano invocato un dietrofront sull’ipotesi di vendita di Ansaldo Energia e Sts. Quelle parole, durante il convegno dedicato a Finmeccanica tenuto questa mattina a Palazzo Ducale, non sono però arrivate.
Quel “Finmeccanica compirà un numero consistente di operazioni di ristrutturazione nei prossimi anni: non lo farà mai per ragioni finanziarie. Se avessimo voluto farlo avremmo già ceduto alcune aziende genovesi. Ma ristrutturare per ragioni industriali è una operazione molto divers” pronunciato da Pansa non tranquillizza i lavoratori.
Ma sono le parole che seguono “Non ci sono capitali italiani privati, non ci sono capitali pubblici. Possono esisterne provenienti dall’estero. Dobbiamo allora temperare la presenza italiana nelle aziende con quella estera”, quelle che preoccupano di più e lasciano le porte aperte alla cessione delle due aziende.
E a poco è valso il conclusivo “Finmeccanica non se ne va, Finmeccanica ha a cuore il futuro delle aziende. Non so cosa ha fatto il management precedente, so che il nostro obiettivo è una maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali”.
Bruno Manganaro, segretario Fiom Genova, si mostra visibilmente preoccupato: “Un lungo discorso, quello di Pansa, che conferma chela vendita, come dice lui con attenzione, va avanti. Siamo preoccupati, verificheremo e decideremo le iniziative da prendere. Se la giornata di oggi doveva avere lo scopo di tranquillizzare, però, di certo non c’è riuscita. Il fatto di voler parlare senza striscione di Ansaldo Energia credo che sia un messaggio e un fatto negativo. Noi l’abbiamo portato fuori solo perché Pansa parlasse, ma l’intervento ci conferma che non possiamo stare tranquilli, che dobbiamo stare in allerta”.