Cronaca

Da Genova al Brugneto per l’acqua pubblica: “Riprendiamoci ciò che è nostro”

Alta Val Trebbia. Detto e fatto. La marcia per l’acqua si è svolta ieri come previsto, partendo da Genova ed arrivando alla diga del Brugneto, in Alta Val Trebbia. Così come annunciato nei giorni scorsi, i comitati che si battono per i beni comuni hanno affisso una targa con su scritto “Oggi la diga, domani l’acqua”.

“Ieri, domenica 30 giugno, comitati e associazioni della provincia di Genova e di Piacenza – scrivono su facebook gli organizzatori – si sono incontrati sulla diga del Brugneto per un evento commemorativo della (criminosa) svendita di un bene comune (demaniale) avvenuta nel 2003 ad opera dell’allora giunta Pericu”.

“Si sono ripercorse le tappe del misfatto (svendita della diga di Brugneto e val Noci e delle centrali idroelettriche di Canate, Diga e Torre Quezzi per 12.000.000 di euro), che se per Genova ha (tristemente) segnato la svendita di un bene comune e una seria ipoteca a favore della gestione privatistica del servizio idrico genovese (favorendo il gestore “predestinato”, proprietario degli invasi), per Piacenza ha (ancor più tristemente) segnato la morte di una vallata (la val Trebbia) che basa gran parte della sua economia sull’agricoltura per privilegiare l’interesse privatistico (quello di conservare l’acqua per l’uso idroelettrico nei periodi di siccità, quando invece dovrebbe essere destinata ad acquedotti e campi)”.

Discussione vivace, quella di ieri, che si è conclusa con la prospettiva di “valutare quanto prima possibile una strategia giuridica comune tra i comitati delle due province per recuperare quanto perduto, nell’ottica di una futura gestione pubblica e paritetica del Brugneto che tenga conto del versante naturale (val Trebbia) in cui dovrebbe confluire l’acqua e delle reali necessità di genovesi e piacentini nella gestione di questo bene”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.