Liguria. Le ultime gocce che cadono nel deserto della crisi sono le mensilità di marzo e aprile. Dopodiché, in Liguria, si prospetta un’estate da incubo con i rubinetti degli ammortizzatori sociali in deroga rimasti completamente a secco. L’allarme arriva, ancora una volta, dall’assessore regionale al Lavoro Enrico Vesco che oggi ha incontrato i parlamentari liguri di ogni schieramento. Una mossa per provare a fare pressione sul Governo.
“Li abbiamo informati riguardo alla situazione – ha spiegato Vesco – e loro si sono assunti la responsabilità di attivarsi immediatamente in Parlamento”. Compito non facile, però. Anche a fronte dei numeri forniti dall’assessore: a fronte di domande di ricorso agli ammortizzatori sociali in crescita rispetto all’anno scorso, i fondi disponibili per il 2013 ammontano finora alla metà di quelli 2012. A fronte di tutto ciò la Regione Liguria ha appena sbloccato i pagamenti di gennaio e febbraio e lo farà per quanto riguarda marzo e aprile. Poi più nulla: “Non siamo più in grado di onorare gli impegni presi. Abbiamo anche bloccato le nuove autorizzazioni per ammortizzatori sociali in deroga.
“La gravità della situazione è racchiusa nelle richieste pervenute dall’inizio del 2013 che si attestano a 31,6 milioni per la Cassa integrazione guadagni (752 aziende, 6758 lavoratori) e a 14,8 milioni per la mobilità (359 aziende, 724 lavoratori)” .
Con i parlamentari Vesco ha sollevato anche il problema dei criteri di riparto che vedono la Liguria ulteriormente penalizzata “perché- ha spiegato- si mette in atto un criterio di riparto “storico” che non tiene conto che in Liguria la ricaduta della crisi si è verificata in tempi successivi ad altre regioni, con una conseguente crescita dei costi negli ultimi anni”.
“Abbiamo bisogno – ha concluso Vesco – di risorse aggiuntive e di tempi certi: alla Liguria mancano almeno 60-70 milioni di euro”.