Carlo Felice, Doria: “Se non si arriva all’accordo, rischi altissimi”

carlo felice

Genova. La crisi del Carlo Felice torna di nuovo a Tursi. “Per non confondere il dito con la luna – ha detto oggi il sindaco Doria rispondendo a un’interpellanza del consigliere Edoardo Rixi – bisogna inquadrare la crisi dei teatri italiani. Con un indebitamento complessivo di 350 milioni, è un sistema che non può andare avanti in questo modo. Va risanato, altrimenti facciamo belle parole su cultura e musica, ma non siamo in grado di reggere”.

Secondo il sindaco è opportuna una ristrutturazione del debito delle fondazioni con l’ingresso di altri soggetti. Ad esempio la cassa depositi e prestiti “che si faccia carico e rinegozi l’onere dei debiti”. “Una bella idea che però non si è tradotta in pratica – ha sottolineato il sindaco – Il ministero prevede poi un ridimensionamento degli enti, con contratti solidarietà e con nuove ma generiche norme pensionistiche, a cui però non sono seguiti atti legislativi”.

Nel bilancio di Tursi per il Carlo Felice “abbiamo ipotizzato 19 milioni di ricavi, una previsione onesta, di cui 14-15 dati da contributi pubblici, 3 da attività e 1 da sponsorizzazione”, ha spiegato Doria. “La ricerca degli sponsor da parte nostra è stata indubbia -ha quindi ricordato – ma Finmeccanica sta rivedendo i suoi budget anche se non disperiamo che singole aziende del gruppo possano ristabilire rapporto positivo”. Rimane Iren “sponsor prezioso che ci teniamo ben stretto”. Sul fronte dei costi, si consuma da settimane la trattativa per i contratti solidarietà per altri 12 mesi. “Non è ultimatum – ha concluso Doria – non vogliamo pregiudicare l’ente. Se non si arriva all’accordo, i rischi per la continuità aziendale del Carlo Felice sarebbero altissimi, come amministratori ci assumeremo le nostre responsabilità”.

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