Genova. “In queste ore alcune unità di polizia penitenziaria in servizio alla Casa Circondariale di Genova Marassi si stanno sottoponendo ad accertamenti clinici per verificare l’insorgenza di eventuali casi di positività alla TBC. Una eventualità che speriamo possa essere scongiurata ma che, purtroppo, appartiene al novero delle ipotesi possibili”.
Il Segretario Regionale della UIL PA Penitenziari, Fabio Pagani, non nasconde la preoccupazione per l’evolversi della situazione sanitaria al carcere genovese che proprio la UIL aveva denunciato qualche giorno fa rendendo noto il caso di TBC attiva riscontrata ad un detenuto italiano.
“Piuttosto che minimizzare o banalizzare il problema, come hanno fatto in tanti, era meglio attivarsi immediatamente per avviare le necessarie azioni di profilassi e di prevenzione. La possibilità che il contagio potesse riguardare anche il personale era un rischio da noi ben rilevato sin dal primo momento. Dalle prime indiscrezioni che filtrano dal Marassi di Genova pare che almeno tre agenti siano risultati positivi ai primi test. Qualora dovesse essere confermata la notizia del contagio ci si dovrà riferire, giocoforza, ad una epidemia in corso con tutte le conseguenze del caso. Speriamo che il Sindaco Doria, il Prefetto, le Autorità sanitarie e la stessa Amministrazione Penitenziaria si attivino non solo con tempestività ma anche con efficacia”.
Il Segretario Regionale della UIL PA Penitenziari nella mattinata si relazionerà con il Provveditore della Regione Liguria , manifestando tutte le inquietudini del sindacato e le ansie che si registrano tra il personale
“Ho ritenuto informare direttamente il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria in Regione Liguria, Dott. Giovanni Salamone, su quanto stesse accadendo a Marassi. Purtroppo la questione sanitaria è un aspetto, spesso poco indagato che, tra l’altro, si coniuga drammaticamente con il sovraffollamento dell’Istituto. A questo punto – conclude Pagani – vogliamo sperare che si faccia piena luce sull’intera vicenda e sulle eventuali responsabilità. Le malattie infettive, con il degrado e la scarsa pulizia degli ambienti detentivi, rappresentano un rischio aggiuntivo alle già critiche condizioni strutturali dei nostri istituti penitenziari”.