Genova. ”E’ un anno e mezzo che combatto con questa spada di Damocle e mi pesa tanto. Un’ombra così pesante su 550 partite che non credo di meritare”. L’ex genoano Omar Milanetto, per cui il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto 3 anni e 6 mesi di stop, descrive cosi’ il suo coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse, durante il processo sportivo in corso a Roma davanti alla Commissione Disciplinare della Figc.
”Ho dedicato 20 anni mia vita a questo sport che ho amato e seguito con passione – dice l’ex rossoblù, deferito per illecito nella presunta combine di Lazio-Genoa (14 maggio 2011),
intervenendo nell’aula dell’NH Hotel Vittorio Veneto -. Sono d’accordo con il procuratore quando dice che c’e’ tristezza per uno sport ridotto così. Mi sono messo a disposizione di tutti
gli organi di competenza per dimostrare la mia estraneità e anche oggi ci metto la faccia. Sono convinto di non aver fatto nulla di male. Sono qui per ringraziarvi di quello che fate e
per ringraziare il procuratore che cerca di pulire 20 anni della mia vita”.
L’avvocato del Genoa e di Milanetto, Mattia Grassani, invece parla di ”deserto dei Tartari” delle prove. ”Non c’e’ nessun tipo di riscontro – dice -, Omar Milanetto e il Genoa (per cui
Palazzi ha chiesto una penalizzazione di 3 punti, ndr) vanno prosciolti da ogni addebito”. ”Gli vengono contestati dei contatti telefonici tra soggetti che non hanno mai avuto in vita loro alcuna telefonata o scambio di sms con Milanetto soltanto perché i loro cellulari hanno agganciato la cella vicina all’albergo del Genoa”, aggiunge l’altro legale Maurizio Mascia.