Genova. È ormai usuale incrociare “bisonti della strada” dalle targhe più svariate, provenienti quindi da paesi comunitari e non. Sigle come RO, RUS, UA, M, P, E, tanto per citarne alcune, fanno parte di quel panorama d’asfalto che corre lungo la nostra provincia.
Ma se il comune cittadino si domanda da chi e quando quei mezzi vengono controllati, gli operatori del settore giustamente pretendono che i vettori esteri rispettino tutte le normative del caso così da non porre in essere una concorrenza sleale, alla luce del fatto che oggi una ditta di autotrasporti con sede in un altro Stato comunitario (ad esempio, in Bulgaria, Francia, Romania, Polonia, ecc.) può effettuare, a certe condizioni e limitazioni, anche trasporti di merci per conto di terzi tra due località italiane (c.d. cabotaggio). Infine l’Unione Europea impone agli Stati membri un numero minimo di controlli per verificare il rispetto della normativa sociale nel settore dell’autotrasporto (in particolare, il rispetto dei tempi di guida e di riposo dei conducenti), potendo, in caso contrario, aprire una procedura d’infrazione contro quegli Stati membri che non raggiungono tali obiettivi minimi europei.
In tale contesto, recentemente il Ministero dell’Interno, quale organismo cui compete il coordinamento dell’attività di polizia stradale a livello nazionale, analizzando i dati relativi ai controlli su strada, principalmente svolti dalla Specialità Polizia Stradale congiuntamente al personale della Motorizzazione Civile tramite i Centri Mobili di Revisione, ha ritenuto indispensabile coinvolgere tutte le altre Forze di Polizia, comprese le Polizie locali e le altre Amministrazioni comunque con specifica competenza nel settore (ad esempio, Province, Agenzie delle Entrate, Agenzie delle Dogane, Capitanerie di Porto, Direzioni Territoriali del Lavoro, ecc.).
L’input dato quindi ai Prefetti italiani è stato quello di “fare squadra”, coordinando l’attività di controllo in questione avvalendosi della specifica competenza in materia della Polizia Stradale, da sempre “in prima linea” per garantire un accurato controllo dei veicoli commerciali, con l’obiettivo non solo di incrementare il numero e la qualità di questo tipo di verifiche, ma di garantire la libera concorrenza sul mercato dei trasporti e, soprattutto, la sicurezza della circolazione stradale.
Il Prefetto di Genova, dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa con le Polizie locali, ed al termine di una specifica attività formativa organizzata dalla Sezione Polizia Stradale di Genova a cui hanno preso parte ben 90 operatori, ha così adottato un piano provinciale di controllo coordinato nel settore dell’autotrasporto.
Già nelle giornate dell’8 luglio e del 16 luglio 2013, infatti, sui principali tratti stradali genovesi interessati dal transito di veicoli commerciali sono stati svolti dei servizi mirati interforze, coordinati “sul campo” dalla Polizia Stradale ed ai quali hanno preso parte: Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Polizia Provinciale di Genova, Polizie Municipali di Genova, Chiavari, Rapallo ed Arenzano, Direzione Territoriale del Lavoro, Agenzia delle Dogane ed Agenzia delle Entrate di Genova.
In totale sono stati controllati 138 mezzi pesanti nella disponibilità di imprese nazionali ed estere (per lo più comunitarie), accertando 52 violazioni, tra cui irregolarità nei documenti di accompagnamento della merce (con conseguente segnalazione alla Guardia di Finanza ed all’Agenzia delle Entrate per le successive verifiche fiscali ed in materia di costi minimi di esercizio), mancata copertura assicurativa (con sequestro dei veicoli), omessa revisione, inefficienze ai dispositivi di equipaggiamento dei veicoli, inosservanza dei tempi di guida, non corretto rapporto di impiego tra l’autista ed il vettore (con conseguente segnalazione alla Direzione Territoriale del Lavoro) e, soprattutto, esercizio abusivo della professione di autotrasportatore di cose per conto di terzi con contestuale fermo amministrativo per 3 mesi del veicolo e sanzione applicata anche nei confronti del committente.
Grazie alla pluralità delle istituzioni coinvolte è stato possibile possibile avere nello stesso “team” tutte le competenze e le professionalità richieste per poter procedere ad un’attività di “controllo integrale”, che partendo dal controllo stradale si è estesa in tempo pressoché reale anche nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nella filiera del trasporto (committente, caricatore e proprietario delle merci, ecc.) e non solamente nei riguardi delle imprese di trasporto (vettori).