Genova. Dieci mila pagine, una mole enorme di atti, scritti, intercettazioni, video. E’ il faldone dell’inchiesta sulla alluvione del 4 novembre 2011, in cui morirono 6 persone di cui due bambine, e da cui emerge certamente, “una situazione di totale impreparazione ad affrontare eventi che, seppure eccezionali, erano comunque prevedibili”.
Lo ha detto oggi il procuratore capo Michele di Lecce, confermando che, secondo la Procura, i morti “con ogni probabilità si potevano evitare”.
Inoltre nelle diecimila pagine emerge anche un altro quadro drammatico: lo stato idrogeologico in cui versa la città e in particolare l’area del Fereggiano. “I consulenti avevano analizzato tutti il bacino di Rio Fereggiano – ha spiegato Di Lecce – compresi i rii”. Dall’analisi avevano tratto la conclusione che “la città è a forte rischio idrogeologico e che la situazione nell’area del Fereggiano non è tranquillizzante”. E’ possibile quindi che questa perizia venga comunicata formalmente ad altra autorità “per interventi utili o necessari su corsi d’acqua e circolazione veicolare almeno su quell’area”, ha confermato Di Lecce. In primis il Comune, secondo le competenze previste dalle normative su rii maggiori o minori.