“C’è la consapevolezza che uno che parte dall’Italia per andare a combattere in Siria è un fenomeno che deve essere vigilato”, anche se i numeri circolati
(50 italiani nel teatro siriano) “sono molto ambigui”.
Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, commentando la vicenda del giovane genovese morto in Siria.
“Non trascuriamo il fatto – ha sottolineato il ministro, a margine della sua visita al contingente italiano in Libano – che dove cè una guerra c’è anche un problema di ideologie sul terreno. Dio viene usato come pretesto per questioni di potere, ma la religione serve per costruire ponti non per far saltare caserme”.
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