Cronaca

Dal ribaltamento a mare al freno di Rfi: i nodi del terzo valico

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Genova. Da una parte l’atteggiamento duplice di Rfi, dall’altra la questione “pianificazione”. Il terzo valico intreccia tra loro diversi nodi cruciali per lo sviluppo di Genova e per cui istituzioni locali e parlamentari sono chiamati a “suonare la sveglia agli amministratori romani”. Spettano al vicesindaco Stefano Bernini le risposte “tecniche” emerse nel dibattito in Aula Rossa sul definanziamento del secondo lotto del terzo valico “scippato” alla Liguria.

Dopo le linee politiche Bernini ha puntato il dito su due questioni in particolare: l’atteggiamento “preoccupante” di Rfi sugli interventi infrastrutturali in città e il conferimento dello smarino che al momento non vede ancora autorizzati tutti i siti.

“Rfi ha la responsabilità maggiore nel collegamento tra il porto di Voltri e il valico, e sulla realizzazione del nodo di Genova”, ha sottolineato Bernini. Il management di Ferrovie è cioè “molto attento a ricevere la contribuzione sui contratti di servizi, come il biglietto integrato, mentre cerca di frenare gli investimenti sul nostro territorio. Anzi – ha aggiunto – c’è una tendenza al definanziamento del settore cargo”. L’atteggiamento di Moretti rispetto alle strategie future sul trasporto rotaia “ci preoccupa”. Così come quello del governo che alla luce del definanziamento “non può essere interpretato come il buon padre di famiglia, la manovra – ha ricordato il vicesindacao – è stata costruita solo per rispettare impegni su Imu e Iva”.

Ma è proprio la mancanza di certezze, come ricordato oggi dal governatore Burlando, a mettere in difficoltà Genova. Ci sono di mezzo espropri e cantieri. “L’atteggiamento di Cociv non sempre è il più adatto per arrivare ad accordi equi – ha detto Bernini – e abbiamo ancora delicatissime situazioni sui terreni”. Quanto al lavoro “ditte genovesi e liguri si trovano con ordini già partiti per il secondo lotto” e messi in discussione dopo la retromarcia del governo. Il massimo dell’occupazione per l’area genovese risiede infatti nell’indotto e nei servizi con appalti già partiti.

Poi c’è il problema pianificazione. “Questa amministrazione, appena insediata, ha consegnato i suoi terreni sull’area di Borzoli, dove è stato attivato il cantiere, ma c’è stato ritardo perché i siti dove conferire lo smarino non sono oggi accessibili”. Il sito più importante è quello del ribaltamento a mare di Fincantieri. “Chiediamo al Governo di intervenire d’urgenza per il ribaltamento a mare, non solo perché è necessario a Fincantieri, ma anche per poter conferire lo smarino del Terzo valico. Per il primo lotto abbiamo trovato siti alternativi e agibili, che tra alcuni giorni dovrebbero essere autorizzati dal Governo, il cantiere di Borzoli potrà così riaprire”.

L’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaella Paita ha confermato oggi un prossimo incontro con il ministro Lupi, “se non sarà possibile questa settimana sarà la prossima – ha detto Paita – Il ministro sa quali sono i nostri argomenti e devo dire che ci ha tranquillizzati. Ora guardiamo avanti e
chiariamo i nodi che ci sono. Penso che l’elemento chiave sia la partenza dei cantieri, ormai già pronti, a fine luglio”. L’assessore ha aggiunto che “c’è la copertura per il materiale e le rocce da scavo, per 250 mila metri cubi nel 2013 e per circa 2 milioni nel 2014”.

“E’ stato faticoso trovare il consenso del territorio perché abbiamo dovuto attualizzare un’opera concepita tanti anni fa con opere collaterali che non erano più in sintonia con il territorio. Abbiamo riprogettato tutto e inserito in una convenzione che sigleremo con Rfi che diventa la cornice in cui stanno le richieste dei Comuni. Servirà a risolvere anche alcuni nodi viabilistici di grande sofferenza, da Trasta a Pontedecimo a Ceranesi”.

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