Genova. “Non è vero che l’istituzione del registro delle unioni civili approvato ieri dal Comune di Genova è un esercizio di stile. Non è vero che è una bandierina ideologica messa in cima a una montagna di problemi ancora da risolvere. Non è vero che non servirà a niente e nessuno. Parlare di diritti, diritti basilari, necessari nella società per come è strutturata oggi, è prioritario. Dovrebbe esserlo sempre per la politica. Ed è quasi un miracolo – visti i tempi – che si sia riusciti a farlo, a Genova. Che si sia mantenuta una promessa” Lo afferma il capogruppo di Sel in Regione Matteo Rossi.
“Favorire la parità di diritti per coppie gay o etero è sempre stato uno dei punti più chiari nel programma di governo di Marco Doria e di Sel, che l’ha sostenuto. Adesso è realtà. Nonostante le perplessità anche interne alla maggioranza. Anche grazie al sì dei consiglieri del M5S” dice Rossi.
“Il registro delle unioni civili non cambierà il mondo. Né il Paese. Ma se dopo Napoli, Milano, Genova, saranno sempre di più le città che lo istituiranno, anche lo Stato dovrà smettere di far finta di niente. Il registro, permettendo a coppie etero o omosessuali conviventi, anche se non sposate, di accedere agli stessi servizi comunali, non fa altro che riconoscere legami che nella società ci sono già da tempo. Speriamo che anche in Parlamento, qualcuno, se ne renda conto, prima o poi”.