Cronaca

Tragedia di Genova, una città in coda per l’ultimo saluto alle vittime: “Una ferita nella nostra carne”

Genova. C’è chi abita vicino e chi invece viene da fuori Genova. Chi conosceva una delle vittime e chi, forse, in porto non ha mai messo piede. C’è ancora chi, arrivato il suo turno, rimane impietrito davanti alle bare e chi, al contrario, mormora una breve preghiera.

Anziani e giovani, Genova si mette in fila per rendere l’ultimo omaggio a chi, poco dopo le 23 di martedì scorso, lavorando si trovava semplicemente nel posto sbagliato, all’interno della torre piloti del porto, al momento dello schianto della portacontainer Jolly Nero.

“Una cosa così – spiega semplicemente Giorgio – tocca tutti e la città si è mossa. Poi parliamo di porto: insomma è una ferita nella nostra carne”.

In coda c’è anche Federica: “Siamo venuti per slowfish, veniamo da fuori Genova e abbiamo pensato che, anche se non conosciamo le vittime, dovevamo venire a dire una preghiera per questi poveri ragazzi. Penso che la tragedia abbia colpito tutta l’Italia e non solo”.

Lucia conosceva, invece, una delle vittime: “Ma la tragedia ha colpito tutti – assicura con le lacrime agli occhi -. Un fatto così colpisce tutta la città e tutti hanno la necessità di testimoniare questa tragedia”.

Non solo gente comune, a rendere omaggio arrivano anche personaggi noti. Questa mattina il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, oggi pomeriggio è atteso il sindaco di Genova Marco Doria.

Incontriamo anche Sandro Biasotti, parlamentare ligure del Pdl: “Una grande tristezza. Tutti hanno qualche amico o parente che ha lavorato o lavora in porto. Una disgrazia incredibile”.

C’è anche Pierangelo Massa, segretario Uil Genova: “Abbiamo voluto rendere l’ultimo omaggio. Le parole le abbiamo spese già tutte nei giorni scorsi: è una cosa agghiacciante. Vedere le bare in fila e il dolore delle persone è semplicemente allucinante. Queste tragedie non devono accadere mai più”.

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