Cronaca

Tragedia di Genova, la scatola nera potrebbe restare in Liguria. Di Lecce: “Per altri indagati serve passo avanti nell’inchiesta”

Genova. Una società italiana, la stessa che ha collaborato all’estrazione fisica della scatola nera della Jolly Nero, potrebbe essere disponibile ad effettuare l’apertura e l’eventuale lettura del contenuto. Lo ha detto oggi, con tutti i condizionali del caso, il procuratore generale Michele Di Lecce in conferenza stampa a Genova.
“Stiamo verificando – ha commentato ai cronisti – per il momento siamo solo a un’offerta generica di prestazione”.

Il Vdr, come le norme di convenzione internazionale impongono in materia di sicurezza, dovrebbe contenere le conversazioni e i dati relativi alla notte dello schianto della Jolly Nero contro la torre dei piloti, poi crollata sul fondo del mare portandosi via nove vite, tra militari e civili.

Ma oltre alla pista della scatola nera, la Procura si sta muovendo anche su altri versanti. “Diversi – ha rimarcato Di Lecce – ma non possiamo dire di più, siamo in una fase di acquisizione di elementi di varia provenzienza e natura”. Ma è comunque “presumibile che a breve ci sia qualche passo in avanti”.

Possibile, cioè, come ripetuto fin dalle prime fasi dell’inchiesta, che ci siano altri indagati “sia dal punto di vista soggettivo sia della qualificazione giuridica, cioè dei reati, – ha sottolineato il Procuratore capo – ma non posso dirlo né ora né in anticipo rispetto a quando e se ciò avverrà”.

Infine l’invocazione di giustizia, richiesta dai familiari delle vittime e raccolta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ieri ha chiesto ufficialmente “massima celerità nelle indagini”.

“L’ufficio è impegnato dall’inizio in questo senso – ha commentato Di Lecce – anche per questo sono state coinvolte diverse forze, come la sezione della polizia giudiziaria, per cercare di ottimizzare i tempi delle indagini e comprimerli il più possibile”.

Intanto dopo la famiglia di Sergio Basso, che ha nominato Davide Paltrinieri come difensore di parte offesa, anche l’autorità portuale di Genova ha messo in moto il proprio ufficio legale per constituirsi nel processo che verrà. E notizia di questa mattina, un’altra famiglia delle altre nove vittime del Molo Giano ha nominato un proprio legale di fiducia.

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