Registro Unioni Civili, Rodotà: “Da Comuni una sveglia per il parlamento inadempiente”

Genova. “Dire banalità e dare giudizi perentori mi pare una forzatura a cui non voglio aderire”. Stefano Rodotà, costituzionalista, al centro del dibattito politico nel momento caldo dell’elezione del presidente della Repubblica, candidato del M5S che il Pd scelse di non votare, sceglie di non commentare i risultati delle amministrative, “perché quelle sono solo cifre e i dati vanno guardati bene”, citando Ilvo Damanti.

“Certo l’astensione colpisce – ha detto oggi Rodotà a Genova per il ciclo di iniziative promosse da Palazzo Ducale sui diritti – io sono di Roma, nella mia città ha votato un elettore su due, malgrado ci sia stata una campagna elettorale intensa”. Ma non va oltre. “Registro questo fatto con preoccupazione, non ho ricetta né diagnosi”. Stasera del resto è a Genova “per discutere di cittadanza”.

Anche il registro sulle Unioni Civili, approvato una settimana fa in consiglio comunale a Genova, è cittadinanza. “Queste iniziative in seno ai Comuni hanno creato una rete molto importante in tutta Italia”, ha commentato Rodotà. Al di là del valore giuridico, hanno il pregio di costituire “una prima consapevolezza nei cittadini, e poi un riferimento istituzionale”.

In questo modo, cioè “le istituzioni si legittimano, e proprio in un momento in cui c’è una distanza enorme che vediamo certificata dal voto. Il fatto che i Comuni trovino canali di comunicazione con le persone è poi estremamente importante”, ha aggiunto Rodotà ricordando la sentenza in materia, citata dal presidente della corte costituzionale nella sua ultima conferenza stampa. Quella per cui “le persone non unite in matrimonio hanno un diritto fondamentale a vedere riconosciuta la loro situazione”, e poi ripresa anche dalla Cassazione.

“Il parlamento in questo senso è inadempiente – ha concluso Rodotà – ma da parte dei Comuni c’è invece una sensibilità istituzionale diffusa, potrebbe servire da sveglia allo stesso parlamento”.

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