Cronaca

Omicidio Biggi, Luca Delfino di nuovo aula: oggi possibile sentenza

Luca Delfino

Genova. E’ iniziato il processo davanti alla Corte d’Assise d’appello di Genova a carico di Luca Delfino, assolto in primo grado per l’omicidio di Luciana Biggi, sgozzata nel centro storico di Genova la notte del 28 aprile 2006. Delfino è arrivato in Tribunale vestito con una tuta blu e con i capelli rasati. Questa volta, al contrario di quanto successo durante l’ultima udienza, i giornalisti potranno assistere al processo, ma senza telecamere e forse oggi potrebbe arrivare la sentenza.

La scorsa udienza ha visto la discussione di alcune questioni preliminari, in primis la legittimità stessa dell’atto di appello, presentato dal solo legale di parte civile, l’avvocato Carlo Golda, che difende gli interessi della famiglia Biggi. Proprio la parte civile ha chiesto poi che venga rinnovata l’istruttoria processuale con l’audizione della teste Nicoletta Lobascio che nel 1998 ebbe una relazione con Delfino. Quando lo lasciò, lui non seppe accettarlo, la perseguitò fino a tentare di ucciderla nella sua abitazione. La ragazza fu salvata dalla sorella minore.

“Per noi – ha spiegato il legale Carlo Golda – la Lobascio è una teste significativa perché è stata la prima ex fidanzata del Delfino a subire dopo l’interruzione della relazione tutta una serie di condotte che, fortunatamente non hanno avuto sbocco tragico, ma che la stessa pubblica accusa in primo grado alla discussione finale ha ritenuto di richiamare come ahimé sovrapponibili. E quindi sentire dalla sua voce se e che vicende esattamente abbia subito al fine di valutarlo in questo processo, può sicuramente interessare i giudici”.

Occorre ricordare che la Procura di Genova, dopo l’assoluzione in primo grado, non ha fatto ricorso in appello, quindi il processo che si sta svolgendo sarà valido solo ai fini civili. In altre parole, anche se Delfino venisse condannato in appello per l’omicidio Biggi, non sconterà per questo reato neppure un giorno di carcere. Durante l’ultima udienza il procuratore Enrico Zucca, che in primo grado chiese per Delfino una condanna a 25 anni, ha sostenuto l’ammissibilità dell’appello di parte civile. Ma quello per la morte di Luciana Biggi resta un processo per cui, come disse la pubblica accusa a più riprese, c’erano (e ci sono) molti indizi ma nessuna prova.

Delfino sta attualmente scontando nel carcere di Prato una pena di 16 anni e 8 mesi per l’omicidio della ex fidanzata Antonella Multari, uccisa a Sanremo con 44 coltellate. E tra pochi anni, grazie allo sconto pena che, di tre mesi in tre mesi, riduce la sua permanenza in carcere. Certo, a fine pena dovrà essere il Tribunale di sorveglianza a valutare l’effettiva pericolosità sociale di Delfino, che per l’omicidio Multari ottenne una riduzione della condanna proprio per la seminfermità, con pena accessoria di 5 anni di ospedale psichiatrico giudiziario. Paradossalmente, se venisse giudicato completamente “recuperato”, e quindi “non pericoloso socialmente”, potrebbe tornare a girare per le strade.

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