Genova. Al grido di “Lavoro, lavoro!” il corteo degli edili si muove nel cuore di Genova. I lavaratori sono scesi ancora una volta in piazza per denunciare la gravissima crisi del settore delle costruzioni, una crisi occupazionale senza precedenti “a causa del mancato avvio di piccole, medie e grandi opere sul nostro territorio”.
E’ per questo che i lavoratori del comparto chiedono a gran voce lavoro, dignità e futuro e quindi anche a Genova, come in tutte le città italiane, oggi si mobilitano per manifestare il grande disagio vissuto in prima persona, ma anche dalle loro famiglie.
Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, chiedono ai governi locali e nazionali l’apertura di nuovi cantieri e l’avvio di quelli già previsti, intraprendendo una dura lotta all’evasione fiscale e un serio contrasto alle mafie e all’illegalità diffusa.
I dati parlano chiaro. In Italia sono stati persi 550 mila operai, 8 mila in Liguria, tra diretti e indotto. 500 lavoratori, inoltre, non hanno neppure la cassa integrazione, per non parlare di più di 190 aziende chiuse negli ultimi 12 mesi.
“Occorre rilanciare gli investimenti, superare il patto di stabilità e rendere uguali gli edili all’altro comparto industriale per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali – spiega Paola Bavoso, Segretario Generale Filca Cisl Genova – A livello locale chiediamo al Comune che osi sul patto di stabilità e ridia fiato alle imprese e quindi lavoro agli edili. Per quanto riguarda la Regione, invece, c’è un tavolo di crisi, ma ora diciamo alla consultazione e chiediamo che si passi ai fatti. Non solo grandi opere, ma anche progetti di quartieri”.