Genova. Uno spettro si aggira per Genova in questi giorni: lo spettro di Slow Fish. Lo puoi vedere nei manifesti appesi in giro per la città, lo puoi sentire nei brandelli di conversazioni rubate ai tavoli dei ristoranti, lo puoi trovare (ancora per un pomeriggio), nella sua nuova veste, al Porto Antico, in questo week end di metà Maggio.
Slow Fish: ovvero il progetto di Slow Food dedicato interamente all’acqua e al suo mondo, dalla cultura dei pescatori alla gastronomia d’acqua dolce e salata.
Insomma, si tratta di uno di quei casi in cui non puoi non chiedertelo: uno di quei casi in cui, piaccia o non piaccia, bisogna prendere posizione. Tu ci vai o non ci vai a Slow Fish? Bene, non ci sottraiamo certo alla domanda del momento. Eccovi qui due ragioni, uguali e contrarie, per decidere che fare. O, se già avete deciso, per convincervi o riceredervi della scelta.
Perché sì? Perchè se abitualmente non fate la spesa scegliendo ogni prodotto con attenzione alla cultura del lavoro dei suoi artigiani e all’ecosistema da cui provengono tutti gli ingredienti, Slow Fish è sicuramente la migliore occasione che avete per farvi molto velocemente un’idea di quanta fatica e cura ci sia dietro la tinca pescata in quel particolare lago del Michigan e quanta differenza possa fare scegliere quella particolare tinca, invece della solita orata incelofanata sul bancone del supermercato.
Andate a Slow Fish per farvi un’idea della complessità delle varietà zoologica e gastronomica del mondo dell’acqua e per imparare anche solo di passaggio che i prodotti che vengono da lì possono e forse devono essere occasione di autentica partecipazione politica.
Perché no? Perché se ci tenete, in qualche modo, sul serio a capire qualcosa della tinca pescata in quel particolare lago del Michigan, del suo ecosistema e, soprattutto, delle sue varianti gastronomiche, il banchetto in mezzo al tendone col tipo dietro che spinge per pigliarsi un altro assaggio gratis, difficilmente è il posto che fa per voi.
Se volete scoprire varietà inedite di pesci, molluschi e crostacei, infilarsi in una fiera in cui l’ostrica irlandese affumicata è accostata al banchetto delle briosche con granita siciliana e quello dello sponsor di scarponi da trekking: insomma, è chiaro che non siete nelle condizioni migliori per farvi un’idea delle ostriche irlandesi affumicate. Anche se dietro lo stand c’è questo simpatico omone con barba bianca che sembra davvero – molto – irlandese.
Andare o non andare a Slow Fish? Ah, già, dimenticavo una terza ragione, forse definitiva. Se volete semplicemente farvi un giro per banale e più che legittima curiosità tra gli stand, scegliendo magari un paio di piatti veloci sotto i 15 euro, a caso tra uno bancone del Veneto e uno del Tennessee, allora sì, nessun dubbio: Slow Fish è il posto giusto. State certi che quelli in coda per il caciucco, davanti e dietro di voi, sono facilmente lì per lo stesso motivo.
Et bon degustation!
(Slow Fish; da giovedì 9 a sabato 11: dalle 11 alle 23, domenica dalle 11 alle 21, Porto Antico, Piazza Caricamento, 16128 Genova)