Economia

Crisi della macchina amministrativa, Tovo (Udc): “Giusto intervenire sull’Imu, ma il vero problema è il Patto di stabilità”

massimiliano tovo

Genova. “Finanze pubbliche, crisi e difficoltà della macchina amministrativa, depauperamento dell’efficienza degli Enti pubblici: il vero problema non è riconducibile all’IMU.” Ha esordito così Massimiliano Tovo segretario UDC di Genova e assessore di Sant’Olcese intervenendo sulle difficoltà gestionali dei Comuni, guardando anche ai futuri impegni che dovranno essere assunti dai governi.

“IMU si o IMU no, – dibattito sul quale da mesi è in corso un confronto senza esiti concreti e sul quale questo Governo ha intrapreso la sua azione. Ma dobbiamo – afferma Tovo -dirci la verità, dobbiamo dire ai cittadini, che probabilmente e giustamente sono più sensibili alle scelte relative al futuro dell’IMU, che il sostanziale problema non è legato a questa tassa, anzi si potrebbe superare introducendo nuove misure più eque e funzionali. La spada di Damocle che pesa sul futuro dei Comuni, che li sta riducendo nel potenziale delle loro azioni amministrative è il Trattato di Amsterdan , meglio conosciuto come Patto di stabilità interno . Discorsi che possono apparire tecnici ma che in realtà non lo sono, perché riguardano il futuro di tutti.”

Tovo ha sottolineato che “l’urgenza reale sulla quale il Governo deve intervenire immediatamente in ambito Europeo, è legata proprio alla rimodulazione di questo patto, che sta producendo effetti devastanti nella somministrazione dei servizi pubblici e non solo”.

“Sino ad oggi – secondo Tovo -non ci sono state misure tali da allentare il patto di stabilità, per ora nessuna azione significativa in tal senso è arrivata.”

“Dobbiamo dirlo con forza, perche davanti a sempre minori trasferimenti erogati dai governi agli Enti locali, crescono le difficoltà imposte dal vigente Patto di stabilità, consegnando allo stato attuale risultati assurdi che sono figli di una cecità finanziaria che va sconfitta. Esempio eclatante- fa emergere Tovo – nel Comune di Sant’Olcese quest’anno dobbiamo accantonare quasi 400 mila euro per il Patto di stabilità, che sommati ai precedenti ci porta vicino ai 2 milioni di euro; soldi che esistono e che non possiamo utilizzare davanti a esigenze che meritano risposte. Questa impostazione del patto di stabilità ci rende impotenti, ci riduce a uno stato apatico. In poche parole avremmo i soldi e non li possiamo utilizzare”

“Ogni anno i Comuni devono mettere da parte cifre che non potranno spendere, soldi che vanno a finire in una sorta di libretto di risparmio, senza produrre effetti di alcuna rendita finanziaria. Questo obbligo – spiega l’assessore di Sant’Olcese- che dovrebbe produrre contenimento della spesa pubblica sta generando effetti non prevedibili. È giusto lanciare un’ allarme perché qui in gioco non è il futuro di un singolo sindaco e della sua maggioranza, ma dei comuni, quindi dei cittadini, quindi della democrazia. L’estrema rigidità del Patto non promuove né crescita né stabilità, anzi in una congettura di crisi economica come quella che si sta abbattendo su tutti i mercati europei, rischia di creare condizioni di alto impatto involutivo. Il nuovo Governo deve mettere tra i suoi principali obiettivi proposte per una riforma del Patto di Stabilità che introducano condizioni flessibili rivolte alla ripresa e alla crescita.”

Avviandosi alla conclusione Tovo ha voluto condividere una riflessione secondo la quale “tra un anno la maggior parte dei Comuni della provincia di Genova andrà ad elezioni. Mi chiedo, chi avendo coscienza, se le condizioni attuali non cambieranno, avrà il coraggio di candidarsi? Sapendo che ogni proposta contenuta nei programmi elettorali sarà irrealizzabile? Sapendo che se nulla cambierà, alcuni comuni rischieranno di non avere sufficienti risorse per il personale, come potranno presentare impegni elettorali? Quando a rischio sarà proprio il futuro delle attività comunali? “

“In questi due ultimi anni più volte gli amministratori, di entrambi le fasce politiche, hanno pensato di consegnare le dimissioni al Prefetto, non avendo strumenti e garanzie per attuare le loro azioni. Agli elettori, ai cittadini non si possono vendere promesse facili e irrealizzabili: davanti a queste realtà il “non candidarsi” per senso civico e responsabile appare la scelta più opportuna, segnando di fatto un depauperamento della democrazia viva e partecipata. Ma non è mai troppo tardi, forse i margini per intervenire ci sono ancora.”

“Agire sull’IMU è giusto – ha concluso Tovo -ma rischia di essere uno specchietto per le allodole, operiamo sul Patto di stabilità, i soldi ci sono senza introdurre nuove imposte o tasse, e non uccidiamo la tradizione dei Comuni, una realtà felice del nostro Paese”

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