Contro il Catania basta l’1-1. La salvezza della Sampdoria arriva nel giorno del dolore

Stadio Luigi Ferraris. L’incasso di Sampdoria-Catania destinato ai familiari delle vittime del tragico schianto di ieri notte a Molo Giano. Non basta per convincere il popolo blucerchiato a riempire lo stadio. In città c’è poca voglia di calcio, per molti la partita andava rinviata. La società di Corte Lambruschini si è rimessa alle decisioni della Lega Calcio: magra consolazione il minuto di silenzio e il lutto al braccio dei giocatori.

È grande la commozione nei minuti che precedono il calcio d’inizio. Nella Sud viene srotolato uno striscione: “Genova piange le vittime del porto”. E ancora: “Cordoglio per le vittime del porto”. Poi entrano in campo i portuali, sfilano con in mano un altro striscione: “Basta morti sul lavoro, vicini alle famiglie”. Non servono commenti.

Lo speaker annuncia le formazioni con grande pacatezza, il clima è surreale. Delio Rossi manda in campo la sua Sampdoria con il 3-5-2. In porta si rivede Da Costa; in difesa riecco Palombo e Gastaldello, con loro c’è Castellini. Eder e Maxi Lopez in attacco; Estigarribia, Renan, Poli, Obiang e De Silvestri a centrocampo.

Il minuto di silenzio, tutti zitti. Si comincia. Nella Sud sono tutti seduti, nessun coro, nessuna bandiera: la città è in lutto. La prima vera occasione la confezionano gli ospiti ma quando Bergessio tira il guardalinee ha già alzato la bandierina: comunque strepitosa la risposta di Da Costa.

La replica è sul sinistro di Renan che però si spegne non di poco a lato. Fuori misura anche la botta dalla distanza di Eder. Il brasiliano ci riprova una manciata di secondi più tardi con un tiro-cross che crea qualche imbarazzo al portiere catanese Frison.

Si rigetta in avanti il Catania che cerca di pungere con la capocciata alta di Almiron. Al 33’ guizzo di Maxi Lopez che si beve un paio di avversari e calcia da posizione impossibile costringendo Frison al miracolo; la palla carambola dalle parti di Obiang che con un destro al volo non trova il bersaglio.

Il gol è maturo e al 35’ la Sampdoria passa. Cross di Renan per la testa di De Silvestri che a pochi metri dalla porta non sbaglia. I padroni di casa sono in vantaggio e sulle ali dell’entusiasmo sfiorano il bis con un tiro-cross di Poli allontanato dalla retroguardia catanese a due passi dal palo. Velleitaria la botta di Renan dai 25 metri. La prima frazione si chiude dopo 3′ direcupero.

Si ritorna in campo e la Sud comincia a farsi sentire. Il primo brivido della ripresa lo crea Barrientos che non riesce però a controllare il pallone favorendo la presa di Da Costa. Primo cambio per la Sampdoria. Fuori Eder, dentro Sansone. Il missile terra-aria di Maxi Lopez spaventa Frison ma il pallone è fuori.

L’argentino cerca il gol dell’ex anche al 20’ ma il suo destro è debole. Ben altra cosa il siluro dalla distanza di Renan, Frison smanaccia come può. Gol mancato, gol subito, le regole del calcio sono spietate. Punizione dalla trequarti del Catania, batti e ribatti in area, Da Costa va per farfalle e Spolli insacca a porta vuota.

La Sampdoria accusa il colpo, il Catania spinge. Ma in contropiede gli uomini di Rossi sanno come pungere. La combinazione Maxi Lopez-Sansone porta alla fucilata di quest’ultimo: tra lui e la rete ci si mette il palo. I blucerchiati si rianimano: cross di Estigarribia, sfiora Maxi Lopez e il pallone carambola dalle parti di De Silvestri che cerca invano la doppietta.

E quindi la punizione di Sansone e la rovesciata di Maxi Lopez ma il risultato non cambia. In fondo ci si può accontentare. Il punto basta e avanza con il Palermo che perde in casa con l’Udinese: la Sampdoria è matematicamente salva. Giusto un boato al triplice fischio. Ma non è questo il giorno giusto per festeggiare. Ci sarà modo, ci sarà tempo. Per Genova quello di oggi resta il giorno del dolore.

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