Genova. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Carige S.p.A., presieduto
da Giovanni Berneschi, ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2013, illustrato dal Direttore Generale Ennio La Monica.
Lo scenario dei primi mesi del 2013 ha continuato a caratterizzarsi per la crisi economica dei paesi avanzati che, in particolare nell’area dell’Euro, risentono ancora delle incertezze legate alle politiche di risanamento dei conti pubblici.
In particolare, il sistema bancario italiano ha risentito della contrazione dell’attività economica che determina, da un lato, la riduzione del reddito disponibile delle famiglie con conseguente contrazione dei consumi e dei risparmi e, dall’altro, la diminuzione degli investimenti da parte delle
imprese e l’aumento della rischiosità del credito. A ciò si aggiunge, quale ulteriore fattore di compressione della redditività bancaria, il livello dei tassi di interesse, giunto ai minimi storici.
L’intermediazione del Gruppo Carige ha comunque tenuto, registrando una raccolta diretta pari a 28,2 miliardi (+2,6% rispetto a marzo 2012; -1,2% nei tre mesi) e impieghi alla clientela, pari a 26 miliardi (-1% rispetto a marzo 2012; -0,2% nei tre mesi) che hanno contribuito al finanziamento delle famiglie per 7,9 miliardi (-2,4% nell’anno; -0,8% nei tre mesi) e alle imprese per 15,3 milioni
(-1,4% nell’anno; -1,1% nei tre mesi).
La situazione di liquidità anche nell’esercizio in corso si mantiene soddisfacente, con una dotazione di cassa e titoli disponibili al 31 marzo pari a 5 miliardi.
L’utile netto consolidato realizzato dal Gruppo nel trimestre risulta in crescita del 7,4% rispetto al primo trimestre del 2012 a 48,6 milioni, pur in presenza di maggiori rettifiche di valore su crediti (+71,8%) effettuate a presidio dell’accresciuta rischiosità, compensate dalla crescita del margine di
intermediazione (+2,4% a 304,1 milioni) e dal contenimento dei costi operativi (-13,5% a 145,1 milioni).
Il prosieguo dell’esercizio si svolgerà ancora in un contesto macroeconomico che si mantiene critico da oltre cinque anni, in previsione del quale il Gruppo ha pianificato, e in parte già attuato, una serie di interventi volti a rafforzarlo patrimonialmente e a sostenerne la redditività.
L’implementazione del piano di rafforzamento è iniziata con gli interventi straordinari sul bilancio 2012, messi a punto per irrobustire i principali presidi patrimoniali, e, nel corso del 2013, proseguirà mediante la cessione di taluni assets aziendali. Al termine di tale fase sarà possibile determinare l’importo dell’eventuale aumento di capitale residuo, che si auspica il più contenuto
possibile, per raggiungere l’ammontare complessivo di 800 milioni.
Sul fronte della redditività proseguiranno le attività di contenimento dei costi, incisive iniziative di riprezzamento dei prodotti e lo sviluppo dei ricavi di natura commissionale.