Genova. Villa Bombrini, a Genova, gremita di tecnici, amministratori, professionisti e studenti. Oltre trecentocinquanta persone provenienti da ogni parte d’Italia, per “Simulare Conviene”, il convegno sulla modellistica ambientale di Arpal e del Sistema delle Agenzie come strumento di pianificazione e gestione del territorio.
“I modelli ambientali sono uno strumento di approfondimento per conoscere e gestire il territorio – spiega Rossella D’Acqui, direttore scientifico Arpal – ma bisogna saper leggere i risultati che forniscono. Concetti di probabilità e incertezza sono una componente scientifica che indica la professionalità di un lavoro previsionale. È importante ricostruire un percorso di coordinamento, collaborazione e condivisione fra le diverse componenti del sistema pubblico”.
E di un nuovo patto sociale ha parlato anche Bernardo De Bernardinis, il presidente Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Tutela dell’Ambiente) tornato con piacere nella natia Genova. “Il Sistema delle Agenzie spesso si prende responsabilità che vanno oltre le proprie competenze, ma è un segnale che ci fa guardare con fiducia in avanti. Sappiamo cosa chiede il territorio e l’importanza delle risposte che possiamo dare. È indispensabile che la proposta di legge ferma in parlamento da tre anni veda la luce (Istituzione del Sistema nazionale delle agenzie per la ricerca e la protezione ambientale e ordinamento dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale): da essa dipendono tutta una serie di iniziative che arrivano fino alla protezione civile, anche a livello nazionale troppo spesso basata non solo sul precariato, ma addirittura sul volontariato”. Poi la chiusura rivolta all’Assessore all’ambiente Renata Briano, intervenuta nel dibattito della mattinata. “La politica deve compiere scelte precise, aumentando le risorse per i comuni: a volte neppure quelli più grandi riescono a far fronte a tutte le istanze del territorio”.
Un contributo importante al dibattito della mattinata è arrivato dai direttori tecnici di Arpa Valle D’Aosta ed Emilia Romagna, che hanno animato la tavola rotonda. “I modelli ambientali soddisfano anche i requisiti della spending review – ha detto l’emiliano Franco Zinoni – perchè permettono di risparmiare risorse senza andare a scapito della qualità o della correttezza dell’informazione. Per la prima volta una legge ci vieta di utilizzare più centraline di quante effettivamente necessarie nel monitoraggio dell’aria; e pur essendo in una regione dove sono presenti anche gli inceneritori, è da anni che puntiamo il dito contro il traffico come principale responsabile dell’inquinamento atmosferico”.
Piena sintonia anche dal collega valdostano Marco Cappio Borlino, che ha sottolineato l’importanza di una corretta informazione in un epoca in cui la comunicazione è tarata sulla lunghezza di un sms. “Passa solo una parte del messaggio, aumentando così la distanza fra le istituzioni e i cittadini. In Valle d’Aosta ci confrontiamo tutti i giorni con Svizzera e Francia: possibile che il versante italiano del Gran San Bernardo sia costellato di cartelli che il buon senso dovrebbe dare per scontati in una strada di montagna?”.
Nel pomeriggio le sei sessioni parallele su Mare, Meteorologia, Aria, Idrologia, Idrogeologia e Rumore: 42 interventi tecnici di approfondimento dell’utilizzo della modellistica ambientale in Italia, dall’Ilva di Taranto alle previsioni di acqua disponibile nei bacini valdostani (che può influenzare le scelte di quando e dove produrre energia idroelettrica), dal rumore di aeroporti e autostrade alla dispersione di inquinanti in falda o mare, dalle previsioni meteorologiche di dettaglio a quelle dei pollini.