Genova. I lavoratori Amt hanno approvato l’accordo, con il 53% di voti favorevoli, contro il 44% di contrari. I sì, infatti, sono stati 989 contro gli 827 no su di 1914 votanti dei 2.337 aventi diritto.
Questo è l’esito del referendum. I dipendenti dell’azienda hanno votato dalle 4 di ieri mattina fino alle 21, subito dopo è iniziato lo spoglio nelle singole rimesse, i cui risultati sono poi confluiti nella sede centrale dell’azienda. Come si può evincere dai numeri, l’accordo è stata approvato, ma sono stati molti anche i voti contrari, mentre poche le schede bianche (14) e quelle nulle (35).
Un accordo che richiede molti sacrifici ai lavoratori, visto che sono 8 milioni e 300 mila euro le risorse necessarie per mettere in equilibrio il bilancio 2013, mentre per il 2014, su cui pendono altri 7 milioni circa, è tutto rinviato a ottobre.
“Per la prima volta nella storia, noi sindacati abbiano firmato un accordo che prevede questi sacrifici – dichiara Antonio Cannavacciuolo, Uiltrasporti – lo scopo è quello di salvare i servizi e l’azienda, facendo in modo che rimanga pubblica”. Quello che però viene richiesto in cambio è che le istituzioni mantengano le promesse fatte.
Proprio nel giorno della firme dell’accordo, infatti, il Comune con una lettera firmata dal sindaco Marco Doria ha scritto formalmente i suoi tre impegni: stesse risorse, ripatrimonializzazione, elevando così il capitale sociale, accesso ai fondi europei o al credito bancario per il rinnovamento del parco mezzi, e il dibattito sulla privatizzazione fortemente “influenzato dal fatto che a quel punto l’azienda sarà in sicurezza”.
La Regione, invece, ha garantito entro il mese di novembre un’agenzia regionale che darà possibilità alle aziende liguri di scaricare l’iva con beneficio fiscale. Queste in sintesi le garanzie dell’accordo.
“Ora Regione e Comune dovranno fare la loro parte, mantenendo le promesse”, conclude Cannavacciuolo.
Dopo il referenbum, i sindacati hanno inviato una lettera a Regione, Comune e alla Commissione di Garanzia per comunicare l’esito e la revoca dello sciopero di 24 ore che sarebbe stato previsto il 21 maggio.