Troppo Napoli per un Genoa spaesato: finisce 2 a 0 al San Paolo

bosko jankovic

Napoli. Ci mancava un Palermo capace di tirarsi fuori dagli abissi e riproporsi come avversario ostico per non retrocedere. Ci mancava il pareggio del Milan che rende ancora più intenso l’ardore partenopeo, quasi a spingerlo più in avanti piuttosto che a voltarsi indietro.
Partita, sulla carta, proibitiva. Frey in porta, linea difensiva con Portanova, Granqvist e Moretti, sulle laterali il corteggiatissimo Antonelli (anche dal Napoli) e Jankovic, Kucka, Matuzalem, Jankovic e Bertolacci in mezzo al campo, unica punta Immobile.

Il Genoa gioca spavaldo, possesso di palla veloce ed orizzontale ma a conquistare campo, al 2’ minuto scarico su Bertolacci e parata di De Sanctis. 30 secondi dopo Matuzalem conquista palla e Kucka prova dai venti metri. Ancora De Sanctis dice no.

Il Napoli prova a prendersi il match con due botte dalla sinistra, prima Armero e poi Hamsik. 10’ minuto, 0 a 0 ma il Genoa è vivo e tiene botta e costringe il Napoli a ragionare invece che a procedere a strappi come solitamente è abituato a fare.

Al 14’ l’azione più pericolosa: Pandev si libera a limite dell’area, pallone a giro sul secondo palo. Frey immobile. Fuori di un soffio.

Il gol per il Napoli arriva al 17’, Granqvist perde il duello ad alta quota con Cavani, Portanova si fa saltare dall’uruguaiano che offre il pallone a Pandev, destro leggero deviato da Moretti e 1 a 0 per i padroni di casa.

Ti aspetti il collasso e invece il Genoa si riorganizza. Dietro si chiude con ferocia e poca accademia, davanti riprova a far circolare la palla e a cercare un varco in cui infilarsi. Al 28’ da calcio d’angolo del Grifone il Napoli riparte con quattro uomini, Cavani lascia il coast to coast a Hamsik, che concede l’assist a Dzemail: 2 a 0. Punizione severa.

Il Genoa ricomincia a fare la sua partita, prima Immobili reclama un rigore su Britos, poi semina il panico dalla sinistra, scarica per Antonelli che calcia alto. Il Genoa rimane in pressione, il Napoli si difende con 6 effettivi per poi ripartire. Al 36’ serpentina in area di Hamsik, tre dribbling e appoggio su Frey che non abbocca al piatto morbido.

Al 43’ verticalizzazione Portanova, Bertolacci, Immobile che calcio altissimo. Fine primo tempo con il Genoa che ha il possesso palla al 53%.

Si ricomincia senza cambi. Il leit motiv è quello che si è imposto dal primo gol del Napoli: il Genoa prova a ragionare, il Napoli riparte a centro allora. Al 49’ punizione di Jankovic dai 25 metri, insidiosa ma ben bloccata da De Sanctis. Risponde Hamsik che prova il palo lontano incrociando il sinistro. A lato.

Ballardini decide di mettere il primo big: dentro Vargas, fuori Bertolacci. Il Genoa è più contratto, di contro un Napoli che gioca a memoria: ci prova due volte Cavani, la prima volta trova Antonelli, la seconda Portanova. Passano due minuti e Ballardini opta per Oliveira al posto di Jankovic, un Genoa quasi più accorto di quello del primo tempo. Al 60’ tiro da fuori per Kucka.

Qualche minuto più tardi il Napoli prova a scrivere la parole fine sul match: Kucka si becca l’ammonizione atterrando in area Hamsik. Rigore che calcia Cavani, parata di Frey.
Nessuna scossa per il Genoa ridisegnato in versione sorniona da Ballardini. Al 70’ buon appoggio in area di Antonelli, Vargas prova la girata al volo ma strozza il tiro. Passano due minuti, gran palla di Oliveira per Immobile che salta De Sanctis e si lascia cadere. L’arbitro decide per la simulazione. Al 78’ ci prova ancora Vargas con una rasoiata da fuori, ma la palla esce di un metro.

Il Genoa ci prova fino all’ultimo con Rigoni e Immobile. Finisce 2 a 0, e al Genoa non rimane altro che la testa al derby, sapendo che i tre punti valgono molto di più dell’onore cittadino.

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