Stipendi, l’uguaglianza uomo-donna è ancora lontana: “La crisi non sia l’ennesimo alibi”

Valeria Maione - consigliere regionale Parità
Foto d'archivio

Regione. Negli anni Cinquanta la Comunità Europea richiamò l’Italia perché le donne percepivano salari inferiori rispetto alle colleghe degli altri paesi. Dopo oltre sessanta anni non siamo nella stessa condizione ma in molti casi, per una donna, nel 2013 resta pur sempre più conveniente lavorare per la cura della famiglia piuttosto che per il mercato.

“Ci sono ancora forti differenze di retribuzione tra uomini e donne per quello che concerne la prestazione eguale sul mercato del lavoro – ha spiegato oggi Valeria Maione, consigliera consigliera regionale di parità durante la giornata dell’eguaglianza salariale e retributiva fra donne e uomini – Questo crea difficoltà oggettive a livello finanziario nelle famiglie, da cui poi dipende la decisione definitiva di astenersi dal lavoro, perchè è più conveniente lavorare per la cura, all’interno della famiglia, rispetto al mercato”.

E più le nuove generazioni si affacciano, più sono preparate dal punto di vista professionale e più il mercato sembra non riconoscerne le potenzialità. “Ci sono alcune giovani donne che preferiscono stare a casa a fare le mamme – ha sottolineato Maione – va bene, ma solo se è una loro decisione personale e non dovuta al fatto che il mercato non le paga in maniera equa”.

Al problema di fondo va poi aggiunto un’ulteriore difficoltà. “Assistiamo a un gap tra le informazioni europee che fotografano un’Italia abbastanza virtuosa, con un differenziale attorno al 6-7% e, al contrario, gli enti italiani come l’Istat e altri che secondo cui raggiungiamo 13-15%”.

Ci sono poi settori, come i servizi e la sanità in cui si tocca anche il 20%. Ecco perché “A livello locale sapere i numeri esatti sarebbe importante – ha concluso Maione – ed è per questo che chiediamo alle istituzioni di impegnarsi nella quantificazione di questo differenziale nei vari livelli locali, per poi naturalmente aiutare a superarlo”.

Istituita nel 2009 dalla BPW- Business and Professional Women- Europe, la giornata dell’eguaglianza salariale e retributiva fra donne e uomini vuole denunciare come anche la crisi sia l’ennesimo alibi per non favorire alle donne l’accesso al mercato del lavoro e una equa remunerazione. Nonostante le leggi nazionali e internazionali prevedano parità di trattamento e di retribuzione.
Promossa dalla consigliera regionale di Parità Valeria Maione insieme con Fidapa, affiliata a BPW Europe, è arrivata quest’anno alla sua quarto “edizione”.

“Sembra incomprensibile – ha commentato l’assessore regionale alle Pari Opportunità Lorena Rambaudi – ma il fatto che ci sia questa giornata dimostra quanto sia ancora necessario parlare del tema. Da qui il mio supporto all’iniziativa della consigliera Maione, di studio e di ricerca, per partire dall’informazione corretta sulle situazioni di disparità che a oggi non vedono giustificazioni”. Una fotografia di cui si sta occupando l’ufficio di parità. “Poi faremo anche un’iniziativa politica – ha anticipato Rambaudi – è ampiamente dimostrato che le donne al giorno d’oggi portano professionalità e, anche sui tempi, non fanno certo meno degli uomini. La differenza, che ancora persiste, a parità di livello e competenze, non si può più giustificare”.

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