Genova. “Non poteva che andare così. Uno schiaffo a giochetti e accordi sottobanco. #PD pensi al #Paese e salvi se stesso”. E’ il tweet caustico dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaella Paita, donna di punta del Pd locale, dopo che Franco Marini, il candidato alla presidenza della Repubblica indicato ieri sera dal segretario Bersani, si è fermato ben al di sotto della maggioranza assoluta.
Ma la valanga che ha iniziato a scendere rapida ieri sera all’annuncio della “bella sorpresa” ha ben presto travolto il Pd, oggi spaccato e spacciato per morto da tutti, e soprattutto dalla base. Fallita l’elezione di Marini, si ricomincia con la seconda votazione. Pd e Pdl voteranno scheda bianca, Lega Nord non voterà, Sel continuerà a votare Rdotà, il candidato che impazza in rete, anche nelle bacheche di una gran parte di elettori democratici.
“Ora si passa alla scheda bianca. Già’ meglio – scrive proprio su Facebook, il segretario genovese Giovanni Lunardon – Subito la convocazione dei gruppi parlamentari per cambiare rapidamente passo”.
Poi la nota ufficiale firmata da tutti i big liguri, i segretari ma anche i grandi elettori (11 parlamentari più il governatore Burlando) in cui si chiede a Bersani, “a cui confermiamo la nostra stima e fiducia”, di convocare quanto prima una riunione dei gruppi parlamentari per “segnare un forte cambio di passo” per “trovare al più presto una soluzione che ridia al partito l’unità perduta”.
E l’unità perduta sta nelle frasi che scorrono a valanga sui social network. “Ascoltateci” è l’urlo neanche troppo silenzioso della base sulle bacheche dei parlamentari. “Votate Rodotà”, la sintesi del messaggio.
I Giovani Democratici Liguria esprimono “profondo rammarico per la scelta di Franco Marini”, una “candidatura che rappresenta il tradimento della richiesta di cambiamento e discontinuità che la larghissima maggioranza degli elettori ha manifestato nelle elezioni del 24/25 febbraio”.
L’europarlamentare ligure Francesca Balzani spera che il “Parlamento oggi abbia il coraggio di una scelta forte. Stefano Rodotà è uno dei nostri più grandi giuristi, un grande europeista, un uomo silenzioso che ha scritto e lavorato molto. Un’occasione straordinaria per dare a questo Paese, troppo spesso diviso e incerto, un Presidente capace anche di farsi amare”.
Ma sono le giovani leve ad alzare il tiro. Il consigliere comunale Pd, Paolo Gozzi scrive: “C’è una parte del PD che non si piega. Ora trasformiamo questa resistenza in una scelta forte, coraggiosa. Voglio crederci”. Il collega, Alberto Pandolfo, ironizza amaro: “fumata nera dalla pipa di Franco #Marini che non passa alla prima votazione per il #colle. In fondo al tunnel c’è… un altro tunnel?”
Per capire il clima nella segreteria provinciale basta leggere il tweet di Simone Mazzucca: “oggi fiero di essere Franco, Tiratore #quirinale”. E poco dopo una lunga e più esplicativa nota: “Ieri, oggi, Bersani e il suo cerchio magico ha creato un mostro, un accordo, creato in laboratorio, che ha minato il Pd, ucciso la coalizione di centro sinistra, e sfinito i nostri animi. Penso che dopo il passaggio elettorale del PdR, Peirluigi Bersani debba lasciare e creare le condizioni per un cambio di passo. Certo qualcuno penserà che è il solito cambio di casacca. Mi permetto di dire che si pensi ciò che si vuole. La mia coscienza mi ha fatto stare in silenzio, perchè smarrito e basito. Non so cosa ci possa essere dopo. Non sponsorizzo nessuna soluzione. Spero solo che verrà e farà del bene al Paese e al PD”.
Anche la minoranza renziana non tace. Il cosnigliere comunale, Gianpaolo Malatesta, lo ha scritto chiaro: “Non si può scegliere il presidente come 7 anni fa … È cambiato il mondo, la gente vuole sperare…. e il PD deve rispondere al desiderio di cambiamento”. Dura Sara di Paola, tra i non eletti che questa mattina ha postato: “Mi alzo sperando che la notte abbia portato consiglio ai dirigenti del PD leggo con piacere che Lorenzo Basso non ha votato per Marini al Quirinale e per l’inciucio con Berlusconi. Scelte simili per Luca Pastorino e Donatella Albano. Anna Giacobbe da ex segretaria CGIL (sic!) invece ha dichiarato di aver votato si. Rimaniamo sempre in attesa di sapere cosa hanno votato Roberta Pinotti Mario Tullo Vito Vattuone andrea Orlando. Le loro bacheche FB rimangono silenti. Gli elettori e gli iscritti del PD liguria hanno diritto di sapere”.
Per la cronaca, alla prima votazione, quella delle 10, hanno dichiarato pubblicamente di non aver votato per Marini: Luca Pastorino che ha scelto Rodotà e Donatella Albano. Hanno votato scheda bianca Mara Carocci e Anna Giacobbe. Mario Tullo ha invece “sostenuto con lealtà la proposta di Bersani e la decisione assunta nella riunione dei gruppi. Una scelta difficile e sofferta”. Ora, dopo la prima fumata nera per Marini, la richiesta di “un forte cambio passo”. Sarà scheda bianca e poi un nuovo nome.