Economia

Liguria oltre la recessione, cresce il rischio di tensioni sociali: la Cgil lancia l’allarme

Liguria. Continua anche nel 2013 la recessione nella nostra Regione, che risulta essere tra quelle che, a livello nazionale, hanno risentito maggiormente della crisi economica. Il report “Liguria consuntivo 2012: tendenze e dinamiche previsionali 2013” della Cgil, oltre a dinamiche su occupazione, andamento settori economici e ammortizzatori sociali, quest’anno dedica una parte significativa alle disuguaglianze sociali.

“Siamo oltre la recessione, quasi alla depressione e per il quinto anno consecutivo il consuntivo della Liguria ha un circolo economico negativo – dichiara Bruno Spagnoletti, responsabile Ufficio Economico Cgil – la decrescita consolidata è quasi al 7%, con conseguenze terribili sia per quanto riguarda le condizioni di reddito e le disuguaglianze sociali, che si radicalizzano, sia dal punto di vista dell’occupazione”.

Una situazione tragica, quindi, che non accenna a migliorare. “Purtroppo ci aspetta un anno molto difficile e la situazione rischia di precipitare con l’esplosione di tensioni sociali – esordisce Federico Vesigna, segretario generale Cgil Liguria – C’è la necessità che il prossimo governo, prioritariamente, trovi le risorse per gli ammortizzatori in deroga e poi bisogna ridare fiato all’economia, allentare il patto di stabilità e quindi mettere i Comuni in condizioni di poter far partire gli investimenti. In una Regione fragile come la nostra, ad esempio, bisogna che ripartano gli interventi per la messa in sicurezza del territorio e che in questo modo si possa dare una boccata d’ossigeno a un settore in grave difficoltà come quello delle costruzioni”.

La Liguria è la Regione che soffre di più tra quelle del Nord Italia. “Sta soffrendo moltissimo l’impatto con la crisi e servono iniziative per far ripartire la crescita. I porti, ad esempio, che hanno retto meglio la crisi, hanno fatto molti investimenti, creando valore e dando posti di lavoro – conclude Vesigna – Quello che manca, però, sono le infrastrutture, quindi è necessario accelerare i percorsi e così raccogliere quelli che sono i traffici nei mercati europei”.

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