Cronaca

Carige Assicurazioni, dipendenti di nuovo in piazza: “A Genova rischiano il posto cento lavoratori”

Genova. Nuova protesta dei lavoratori di Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, proprio nel giorno in cui si sta svolgendo l’assemblea degli azionisti di Banca Carige.

I motivi dell’agitazione sono noti: si tenta di scongiurare la messa in vendita delle società assicuratrici, visto che solo a Genova i lavoratori a rischio sono circa 100.

“Il consiglio di amministrazione di Carige ha deliberato la vendita dei due rami assicurativi – spiega Rossana Biagini, segretario responsabile Assicurativi Cisl – la preoccupazione è che un’altra compagnia compri le aziende e siccome non ne abbiamo a Genova, i 100 lavoratori rischiano di essere trasferiti a Milano, per non parlare di possibili licenziamenti. Non è vero che la nostra azienda causa le perdite e che non c’è stata fino ad adesso la volontà di risanare”.

La decisione di tagliare è giudicata quindi “inaccettabile. Soprattutto perché a subire le gravi inefficienze gestionali e strategiche assicurative del passato, unite alla scarsa vigilanza bancaria, saranno gli oltre 400 dipendenti del comparto assicurativo (100 a Genova e 300 a Milano)”.

“I posti a rischio sono soprattutto sulla piazza di Genova, che purtroppo, negli ultimi 5 anni, ha perso più di 30 compagnie assicurative – dichiara Daniele Balbi, Fiba Cisl Genova – Noi non vorremo essere l’ennesima realtà che se ne va”.

I lavoratori, che presidiano Palazzo Ducale, spiegano che Carige Vita Nuova ha sempre dato utili alla banca e anche quest’anno ha chiuso il bilancio in positivo, mentre sulla compagnia danni ci sono stati effettivamente dei problemi dovuti a rivalutazioni di riserve.

“Finalmente, però, era arrivato un nuovo direttore generale che sembrava aver fatto un piano industriale in grado di rimettere a posto la situazione e la banca aveva fatto un ulteriore aumento di capitale – prosegue Balbi – Quindi pensavamo di essere a posto e invece ci troviamo con le compagnie in vendita di colpo”.

Il sindacalista spiega che ci sono anche gravi problemi di metodo. “Noi abbiamo appreso tutto dai giornali, anche la notizia della vendita, come i nomi di compagnie teoricamente interessate all’acquisto. In realtà di notizie certe su eventuali compratori non ne esistono – conclude – Fino ad oggi i rapporti erano stati ottimi, ma questa volta non c’è mai stato concesso un incontro, nonostante le nostre innumerevoli richieste. Questo metodo è completamente sbagliato”.

La preoccupazione, quindi, è tanta e ancora una volta lavoratori e sindacati lottano per difendere decine e decine di posti di lavoro.

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