Anche Cogoleto in campo contro il gioco: esperti e volontari per battere l’epidemia dell’azzardo

gioco azzardo sale scommesse

Cogoleto. “C’è una nuova epidemia in giro, si chiama gioco d’azzardo. È una malattia infettiva, che comunemente colpisce le persone fragili, con una psicologia debole, insicura e vulnerabile. Ma attualmente ha allargato i confini raggiungendo altre tipologie di friabilità: se i deboli sono le prime, i poveri sono le sue seconde vittime”.

Anche Cogoleto scende in campo contro il gioco d’azzardo, in termini scientifici la “ludopatia” che “ha assunto recentemente dimensioni planetarie; laddove i giovani sono più psicologicamente fragili e gli anziani sono più economicamente poveri, il sogno di una vincita di quelle buone ha contagiato categorie e fasce d’età a distanze abissali tra loro, ma unite nel comune sogno di una vincita”.

Venerdì 3 maggio 2013 alle ore 16.30, presso Sala Consiliare Comune di Cogoleto di Via Molinetto, si terrà infatti un incontro dal titolo “Voglia di gioco? Si … ma non d’azzardo!” alla presenza di volontari ed esperti del Sert Asl3.

Da contrastare, c’è tutto un mondo studiato apposta per indurre al gioco: “Non c’è ogni giorno spot pubblicitario che non prometta fortune da nababbi per tutti; quello però che lo spot non dice è che per uno che ogni tanto vince, una marea sono le persone che non vincono mai. D’altra parte, sia le vincite facili che promette la pubblicità, sia le slot machine e derivati, che ti gonfiano la testa di facili vittorie, sono situazioni abilmente tarate per far vincere sempre il banco: non c’è infatti un solo gioco d’azzardo che alla fine non porti ricchezza nelle tasche dei gestori”.

“Ormai – concludono gli organizzatori – l’eldorado fittizio del denaro facile ha messo le radici ovunque, lo dimostrano i gruppi di volontariato che sono nati e stanno tuttora nascendo anche nei luoghi più impervi dell’entroterra: ormai l’epidemia ha raggiunto tutti: giovani e vecchi, uomini e donne, italiani e no, costieri ed entroterrani. Quindi incominciamo ad affrontare il problema e organizziamo un incontro pubblico per parlarne insieme”.

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