Cronaca

Tutti uniti contro le sale gioco, Don Gallo: “Da qui inizia la nuova lotta di Genova”

don gallo

Pegli. “Grazie a tutti di aver partecipato, democrazia è partecipazione. E’ Don Gallo che vi parla”, per dirla alla Gaber. Acclamato più di un leader politico, “ti vogliamo papa”, il prete di strada ha portato per le strade di Pegli centinaia di persone, di ogni età. Nonostante il freddo, l’appuntamento alle 18 davanti alla “sala da gioco più grande di Genova”, così come pubblicizzata fino a ieri, ha visto la folta partecipazione di una città intera. “Finalmente è l’ora che i cittadini e le cittadine prendano le piazze, il Beppe ce l’ha insegnato in questo mese”, ha detto Don Gallo, salito su una sedia, davanti all’ex Bailamme Slot House.

“Voglio ringraziare il presidente di Municipio Avvenente e il Comune che si è mosso”. Poi la stoccata a quella che doveva essere la madrina dell’inaugurazione, annullata ieri sera da Tursi a causa di infrazioni. “La Minetti deve far vedere le sue gambe da un’altra parte, se vogliamo andare a puttane sappiamo benissimo dove recarci” si è lasciato scappare Don Gallo.

Pegli come Sampierdarena, Voltri, Cornigliano la Valpolcevera. Un territorio martoriato dal dilagare delle sale da gioco, con un passato alle spalle di lotte e di servitù. “Pensate alla lotta contro la pestifera Italsider – ha ricordato il fondatore della Comunità di San Benedetto – Sestri contro l’alluvione, Fincantieri e i suoi disoccupati, oggi Pegli contro le sale da gioco, è un ponente cittadino ricco di tradizione di lotte”. Per Don Gallo è arrivato il momento di dire basta, serve una regolamentazione “di queste macchinette e dei gratta e vinci”. Ma non solo, l’analisi è più profonda. “Dove sono i posti di lavoro in questa riviera di ponente – ha chiesto retoricamente Don Gallo – dove le attrezzature sportive?”. L’esempio è vicino: la squadra femminile di basket di Carlo Besana deve andare a Sampierdarena per allenarsi.

“Ora mi auguro che vengano sindaco, cardinale, prefetto. Dobbiamo essere fieri di voler rendere le città a misura umana. Mi sa che da qui è iniziata la nuova lotta a Genova”. Soprattutto quando un’opera non è compatibile con l’ambiente, ha ricordato Don Gallo. “E allora queste sfarzose sale da gioco vengono ad appestare centinaia e migliaia di giovani disoccupati, perché non ci sono scuole, servizi, e nel frattempo aumentano droga e alcol”. Ma ci saranno altri temi. “Bestemmio se dico Gronda, Terzo Valico? Nessuno si libera da solo, ci si libera tutti insieme, genovesi, pegliesi, Valpolcevera – ha concluso Don Gallo – tutti insieme battiamoci per una città più umana”.

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