Genova. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e del socio-sanitario, insieme alla Funzione Pubblica Cgil Genova, hanno indetto per la giornata di mercoledì 20 marzo 2013 una assemblea pubblica del comparto privato durante la quale sarà effettuato un corteo a partire dalle ore 10,30 presso la sede dell’Arcivescovado in P.zza Matteotti e la conclusione della manifestazione in P.zza De Ferrari sotto la sede della Regione Liguria.
L’assemblea pubblica si rende necessaria per manifestare e denunciare alle istituzioni pubbliche committenti, alle associazioni degli utenti e alla cittadinanza tutta, gli effetti nefasti afferenti all’applicazione separata del contratto collettivo nazionale di lavoro Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari) applicazione contrattuale peggiorativa in termini economici, normativi e qualitativi, che le lavoratrici e i lavoratori hanno respinto a grande maggioranza dopo regolare consultazione democratica.
Gli operatori della sanità privata di Genova e provincia con la piena solidarietà e supporto delle/dei colleghe/i dell’intero comparto socio-sanitario privato (infermieri, operatori socio sanitari, educatori, terapisti della riabilitazione, impiegati e operatori ausiliari) chiedono con forza all’istituto religioso Don Orione e all’Emanuele Brignole Servizi (di proprietà pubblica) che hanno deciso a differenza di altri soggetti datoriali di applicare il contratto Aris e Aiop separato, di rispettare l’esito della consultazione democratica, per ritornare ad un rapporto di lavoro che possa garantire il mantenimento del sistema di regole e diritti previsti dal precedente contratto collettivo di lavoro siglato unitariamente.
Una delegazione di lavoratrici e di lavoratori chiederà di essere ricevuta da alcuni rappresentanti dell’arcivescovado e della Pastorale del Lavoro e successivamente dagli assessori Claudio Montaldo e Lorena Rambaudi, per spiegare loro compiutamente le ragioni della protesta che riguarda, e’ bene ricordarlo, strutture private ma accreditate e finanziate dall’ente pubblico con i soldi dei cittadini e degli utenti, che garantiscono da anni, grazie al lavoro e alla professionalità delle loro operatrici e dei loro operatori, un servizio di fondamentale utilità pubblica su tutto il territorio cittadino e provinciale.