Cronaca

Sanità privata, a Genova assemblea pubblica dei lavoratori e corteo in centro

presidio sanità privata
Foto d'archivio

Genova. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e del socio-sanitario, insieme alla Funzione Pubblica Cgil Genova, hanno indetto per la giornata di oggi una assemblea pubblica del comparto privato durante la quale sarà effettuato un corteo a partire dalle ore 10,30 presso la sede dell’Arcivescovado in piazza Matteotti e la conclusione della manifestazione in piazza De Ferrari, sotto la sede della Regione Liguria.

“L’assemblea pubblica si rende necessaria per manifestare gli effetti nefasti afferenti all’applicazione separata del contratto collettivo nazionale di lavoro Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari), applicazione contrattuale peggiorativa in termini economici, normativi e qualitativi, che le lavoratrici e i lavoratori hanno respinto a grande maggioranza dopo regolare consultazione democratica”, spiega il sindacato.

Gli operatori della sanità privata di Genova e provincia, con la piena solidarietà e supporto dei colleghi dell’intero comparto socio-sanitario privato (infermieri, operatori socio sanitari, educatori, terapisti della riabilitazione, impiegati e operatori ausiliari) chiedono con forza all’istituto religioso Don Orione e all’Emanuele Brignole Servizi (di proprietà pubblica), che hanno deciso a differenza di altri soggetti datoriali di applicare il contratto Aris e Aiop separato, di rispettare l’esito della consultazione democratica, per ritornare ad un rapporto di lavoro che possa garantire il mantenimento del sistema di regole e diritti previsti dal precedente contratto collettivo di lavoro siglato unitariamente.

Una delegazione di lavoratrici e di lavoratori chiederà di essere ricevuta da alcuni rappresentanti dell’arcivescovado e della Pastorale del Lavoro e successivamente dagli assessori Claudio Montaldo e Lorena Rambaudi, per spiegare loro compiutamente le ragioni della protesta che riguarda, è bene ricordarlo, strutture private ma accreditate e finanziate dall’ente pubblico con i soldi dei cittadini e degli utenti, che garantiscono da anni, grazie al lavoro e alla professionalità delle loro operatrici e dei loro operatori, un servizio di fondamentale utilità pubblica su tutto il territorio cittadino e provinciale.

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